A un anno esatto dagli attentati di Bruxelles, l’incubo del terrorismo in Europa è riaffiorato nel cuore di Londra. Chiare le dinamiche dell’assalto, meno la regia che ha ispirato l’attentatore. Un suv guidato da un uomo la cui identità risulta nota agli inquirenti che hanno scelto di non divulgarla, ha travolto decine di persone che si trovavano in quel momento loro malgrado sul ponte di Westminster. Il killer dopo aver concluso la sua folle corsa contro un cancello che protegge il perimetro del Parlamento, ha ferito a morte uno dei due poliziotti di guardia del varco prima di rimanere ucciso sotto il fuoco di altri agenti in borghese.
Sgomento, paura e terrore hanno avvolto in pochi istanti Londra e hanno fatto scattare le più alte misure di sicurezza. L’eco degli spari si è udito nella Camera dei Comuni poi blindata e la stessa premier Teresa May è stata scortata al sicuro nella vicina Downing Street. All’ombra del Big Ben si è consumata così l’ennesima tragedia, che per modalità e mezzi non può che ricordare gli ultimi precedenti di Nizza e Berlino.
Confusione e paura
Come spesso capita per episodi di tale gravità le indiscrezioni circolate hanno generato ancora più confusione rispetto alla realtà dei fatti. Ci ha pensato direttamente Scotland Yard a smentire la voce che segnalava la presenza di un secondo attentatore ancora a piede libero.
“Il killer ha agito da solo” ha riferito un alto rappresentante della polizia in una improvvisata conferenza stampa. Per quanto riguarda il bilancio dell’attentato, invece, le vittime sono salite a 4 (compreso l’assalitore) mentre i feriti complessivamente risultano una quarantina (non preoccupano i due italiani coinvolti).
Ancor prima della rivendicazione dell’ISIS, numerosi simpatizzanti hanno celebrato l’accaduto in nome di una “vendetta” per i bombardamenti britannici su Mosul. A rivelare il crescente flusso di consenso sui vari network per l’attentato è stata l’agenzia USA SITE che, tuttavia, solo nel pomeriggio, ha sciolto le riserve in merito alla rivendicazione da parte dell'ISIS.
La conferma definitiva è arrivata da Amaq, agenzia legata alla propaganda fondamentalista. La comunità islamica britannica, ieri, aveva comunque già preso le distanze per il vile gesto: “Condanniamo l’attacco, Westminster è il centro della nostra democrazia”.
Pericolo per l’Italia
La nuova sanguinosa ferita al cuore dell’Europa arriva nel giorno dell’inizio delle celebrazioni dei sessanta anni dei Trattati di Roma. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha espresso il suo cordoglio in un messaggio per la regina Elisabetta II: “Ancora una volta l’odiosa e insensata violenza del terrorismo colpisce il Regno Unito nell’inutile tentativo di minare i valori di libertà, apertura e tolleranza che la società europea ha posto a fondamento della convivenza civile”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il premier Paolo Gentiloni, che ha rivendicato la consolidata alleanza “contro ogni forma di terrorismo”. L’allerta resta alta anche in Italia: nel weekend la città di Roma sarà teatro di cortei (in primis Eurostop) e manifestazioni e il rischio di infiltrazioni è concreto. Il ministro dell’Interno, marco minniti, ha deciso di convocare in via straordinaria il Comitato di analisi strategica antiterrorismo (Casa). Sarà l’occasione per fare il punto con i vertici delle forze di polizia e dei servizi d’intelligence: l’attentato di Londra è un alert che non può essere sottovalutato.