Esiste un ottavo indagato nell'inchiesta dell'uccisione del giovane Emanuele Morganti, il ragazzo 20enne massacrato di botte ed ucciso la settimana scorsa davanti ad un locale notturno ad Alatri, in provincia di Frosinone. Si tratterebbe di un uomo che al momento dell'aggressione al ragazzo si trovava nelle vicinanze. Ieri è avvenuta l'identificazione dell'uomo affinché si possa giungere ad un quadro chiaro sulla vicenda.
Confermato il carcere per Castagnacci e Palmisani di Alatri
Il Procuratore di Frosinone, Giuseppe De Falco, ha già incarcerato per omicidio volontario senza alcun reale motivo e per rissa due coetanei di Emanuele, Mario Castagnacci e Paolo Palmisani.
Anche se Mario Castagnacci ha negato di aver preso parte al massacro di Emanuele, il gip del tribunale di Roma, ha comunque convalidato il fermo per i due ragazzi, emettendo l'ordinanza di custodia cautelare in carcere. Emerge che sarebbero stati una decina i colpi che hanno ucciso il giovane Emanuele. Colpi dati con così tanta violenza e rabbia (per cosa poi? Per motivazioni futili) che hanno sfigurato il ventenne, pestandolo a morte. Queste sono state alcune piccole indiscrezioni sui risultati che dovrebbero arrivare presto dell'autopsia fatta al ragazzo. Questi, dovrebbero chiarire meglio le dinamiche dell'uccisione, inclusa la responsabilità del massacro. Dopo l'accaduto, il clima ad Alatri rimane molto teso.
La polizia, infatti, controlla assiduamente la provincia di Frosinone per prevenire degli spiacevoli episodi, come quelli che hanno portato la famiglia dei due arrestati a lasciare il paesino. Il fermo è arrivato sia per i buttafuori (in totale quattro) che per il padre di Mario Castagnacci, accusato di aver contribuito alla morte di Emanuele, indagati per rissa.
I funerali di Emanuele Morganti
Tra colombe e palloncini è passato il feretro bianco di Emanuele Morganti. A salutarlo, dopo la messa, è stato un grido "Ciao Emanuele!" e un lungo applauso. Ad assistere ai funerali sono stati in migliaia. La madre Lucia ha ringraziato apertamente tutti i presenti al termine del rito funebre, chiedendo un applauso a tutti quelli che sono venuti in Chiesa per dare un ultimo saluto a suo figlio. "Dio non lo ha chiamato da sé perché cattivo, ma lo ha ricevuto a causa della cattiveria degli uomini", ha concluso la madre.