Il caso di Marika Cassimatis ha lasciato un segno tangibile all'interno del movimento 5 stelle. E ciò risulta evidente dalla decisione interna al partito guidato da Grillo. Dopo che il tribunale di Genova ha accolto il ricorso presentato dalla professoressa di geografia, la cui vittoria alle "comunarie" era stata annullata per decisione dello stesso garante (Beppe Grillo), è stata decisa inderogabilmente una svolta più dirigista per quel che riguarda la selezione dei candidati. Gli uomini che vorranno presentarsi con il simbolo del Movimento, quindi, dovranno essere persone fidate e scelte con estrema cura.

Il programma dovrà esser portato avanti senza capricci personali e senza punte di individualismo; atteggiamenti, questi, che rischiano di compromettere la buona riuscita delle aspirazioni di governo del M5S. Le cause giudiziarie aperte stanno diventando innumerevoli, così come anche le questioni delicate provenienti dai territori nazionali. Davide Casaleggio e Beppe Grillo stanno pensando di creare una sorta di comitato elettorale fluido, scelto accuratamente, in grado di lavorare più a stretto contatto con i responsabili del coordinamento locale dei territori. Il referente regionale si legherà nella sua attività con il comitato centrale più strettamente. La selezione dei rappresentanti, quindi, dovrà poggiarsi inevitabilmente su maggiori livelli di garanzia.

Scoppia il caso a Padova

Altra grana interna per il Movimento. Leonardo Forner, sconfitto da Simone Borile a Padova nella corsa per diventare sindaco, ha recapitato un reclamo allo staff dei 5 Stelle contestando l'esito della votazione online. Forner, appellandosi alla decisione di Beppe Grillo per quel che riguarda Genova, chiede l'annullamento delle primarie tenutesi nel capoluogo veneto.

Il motivo? Secondo il candidato sconfitto, i gazebo telematici sarebbero stati aperti senza l'anticipazione formalmente prevista. La risposta del gruppo dirigente del Movimento 5 Stelle, tuttavia, ancora non è arrivata. E non è detto che arrivi. Si è però espresso a riguardo Jacopo Berti, capogruppo in Regione, che si è limitato a dire "Andiamo avanti così".

Il che, almeno apparentemente, suona già come una sentenza per Forner.

Polemiche su Di Maio

Dura la reazione dell'ambasciatore romeno George Gabriel Bologan alla frase scritta da Luigi Di Maio su Facebook. Il vicepresidente della Camera avrebbe accusato l'Unione Europea di consentire che l'Italia importi dalla Romania circa il 40% dei loro criminali, mentre loro, al contrario, si beano delle nostre imprese e dei nostri capitali. In una lettera di denuncia inviata a La Stampa l'ambasciatore Bologan, a nome di tutti i romeni, si dice indignato rispetto a una provocazione gratuita di quel tipo.