Il caso del video delle due rom chiuse nella gabbia della Lidl di Follonica da alcuni dipendenti fece molto discutere. I provvedimenti sono arrivati, a due mesi di distanza da quelle immagini che scatenarono la bufera online e tra le istituzioni: licenziati i due dipendenti che avevano creato un vero e proprio caso nazionale.
Il video delle due rom in gabbia a Follonica
Sorprese a rovistare in un'area interdetta al pubblica nel supermarket Lidl di Follonica, due donne rom vennero chiuse all'interno di un gabbiotto e schernite con tanto di filmato pubblicato in Rete.
Probabilmente i giovani dipendenti che deridevano le due e le invitavano a non "rubare" non avrebbero mai immaginato un'evoluzione tanto esplosiva quanto rovinosa del caso. Quel filmato fece il giro della nazione causando una divisione nell'opinione pubblica: additati da più parti come razzisti e perfidi, furono pubblicamente difesi da Matteo Salvini, che offrì loro persino un'assistenza legale agli autori del surreale video. La gravissima accusa era quella di sequestro di persona. La stessa azienda aveva ufficializzato il suo sdegno e si era distaccata da quell'episodio, avanzando immediatamente l'ipotesi di seri provvedimenti. E così è stato.
Licenziati dopo la sospensione
I provvedimenti, in effetti, sono arrivati nel giro di due mesi da quel video.
Per i dipendenti coinvolti era stato subito attivato un procedimento disciplinare di sospensione. Da oggi non lavoreranno più per la società. Hanno 35 e 25 anni, e sono i protagonisti del caso: avevano dichiarato di aver agito per tutelare il supermarket e la loro posizione (sostenendo di essere responsabili delle merci e degli scarti presenti in quell'area off limits), ma sono stati licenziati per la loro condotta.
Il 35enne, che aveva ottenuto un contratto a tempo indeterminato, è stato licenziato a tutti gli effetti. Per il secondo, invece, non è stato rinnovato il contratto, con conseguente decadimento di ogni rapporto di lavoro.
Insomma, una svolta decisamente negativa chiesta a gran voce anche dal Codacons, che ne aveva chiesto il licenziamento in tronco.
I due, assistiti dall'avvocato Roberto Cerboni, avranno il tempo di valutare se impugnare o meno il provvedimento di licenziamento, a cui erano sicuramente già preparati. La mole di critiche e feroci polemiche intorno al caso, d'altronde, aveva destato una vera e propria condanna pubblica per quelle immagini.