Allarme Acqua: più di 800 mila veneti rischiano la contaminazione da pfas (sostanze perfluoroalchiliche), contenute nell'acqua potabile e negli alimenti.

Parla chiaro il report "Non ce la beviamo", presentato a Padova da Greenpeace; le analisi effettuate lo scorso 18 Aprile sull'acqua potabile di diciotto scuole e sette fontane pubbliche confermano che nella maggioranza dei campioni è stato superato il limite ammesso di pfas (secondo parametri di sicurezza a cui fanno riferimento Svezia e Stati Uniti). L'area esposta alla contaminazione si estende per 200 Km e le province a rischio sono Padova, Vicenza, Verona e Rovigo, coinvolgendo circa 350 mila abitanti.

Il rapporto evidenzia inoltre che nella scuola di San Giovanni Lupatoto, un comune che non appartiene nemmeno alle zone maggiormente esposte al rischio, è stato persino superato il livello di pfos (acido perfluorottansolfonico).

Pfas e Pfos: cosa sono esattamente?

Si tratta di sostanze utilizzate nei processi industriali per dotare le superfici di impermeabilità all'acqua, all'olio e allo sporco. Non sono elementi biodegradabili; rimangono nell'ambiente per anni e si trasmettono attraverso l'acqua o cibi contaminati. Secondo la letteratura scientifica, alterando l'equilibrio degli ormoni presenti nel corpo, queste sostanze risultano tossiche all'organismo e possono favorire l'insorgenza di diverse malattie: cardiovascolari, patologie legate al sistema endocrino, infertilità maschile e femminile e anche forme tumorali.

Possibili soluzioni: scientifiche o politiche?

Il Consiglio Regionale del Veneto ha accolto all'unanimità la richiesta di istituire una Commissione d'Inchiesta per fare chiarezza sull'emergenza.

L'assessore alla sanità, Luca Coletto, ha denunciato l'allarmismo di Greenpeace definendolo "un approccio per nulla scientifico e ammantato di propaganda".

"Gli acquedotti - precisa - sono stati messi in sicurezza immediatamente, non appena venuti a conoscenza del problema, ed è stato disposto uno screening sulla popolazione a rischio". Anche l'assessore regionale all'ambiente Diego Bottacin ha cercato di frenare il terrorismo diffusosi dopo la notizia, sottolineando come l'acqua veneta rientri comunque entro i parametri dell'istituto superiore per la Sanità.

Velocissima la risposta di GRILLO: "migliaia di veneti bevono un'acqua potabile sì...ma per decreto!