La rete televisiva americana Cnn, citando fonti interne dell'amministrazione americana e di intelligence, ha diffuso la notizia secondo cui il Califfato avrebbe creato una cellulare terroristica, riunendo tutti i suoi esperti nel campo, per produrre un arsenale di armi chimiche, che sarebbero già in fase avanzata e che potrebbero essere utilizzate a breve nel teatro di guerra di Mosul. La cellula si troverebbe al confine con l'Iraq, nella valle dell'Eufrate, tra le città di Mayadin e Qaim. Per poter raggiungere questo risultato sarebbero stati spostati tecnici, oltre che dall'Iraq anche da Raqqa.

Lo scopo sarebbe quello di creare una vera e propria 'industria' delle armi chimiche a disposizione del Daesh.

Un portavoce della coalizione anti Daesh, presente in Siria, Robert Dillon, anche se ha voluto mantenere il riserbo sulla cellula di esperti, ha fatto capire che, avendo l'Isis già dimostrato di utilizzare le armi chimiche, la coalizione vuole evitare che sviluppino ulteriori competenze in questo campo. Il portavoce Dillon inoltre afferma che già da metà aprile, solo nella zona di Mosul c'è stato almeno un attacco chimico al giorno.

Secondo quanto riferiscono fonti di intelligence americana, tra Mayadin e Qaim la 'capitale' del Califfato. O meglio, un quartier generale suddiviso tra i vari villaggi di beduini e quindi difficile da annientare del tutto.

Questa nuova cellula terroristica specializzata è come benzina sul fuoco di coloro che sostengono la necessità di eliminare completamente Assad per i suoi reiterati crimini di guerra.

Siamo di fronte a una nuova campagna propagandistica americana anti - Assad?

Alcuni, tra cui notevoli commentatori nostrani, come il giornalista Giulietto Chiesa hanno sostenuto che ci troviamo di fronte ad una nuova campagna propagandistica americana contro il regime siriano di Assad.

Anche in Siria starebbe avvenendo lo stesso. E non sarebbe una novità. Poichè secondo il noto giornalista è qualcosa che già si sapeva. Le armi chimiche sarebbero sempre state usate dal Califfato e non dai sostenitori di Assad.

Comunque sia, il fatto è che molti combattenti dell'Isis, secondo sempre l'intelligence americana, si starebbero spostando, e anche con una certa celerità, da Raqqa verso la zona di Deir ez-Zour, zona in cui è presente da circa tre anni una sacca di resistenza dell'esercito siriano. Damasco, da parte sua, ha cercato più volte di rompere questo assedio lanciando varie offensive.