Qualche tempo fa una curiosa ricerca aveva stabilito che chi possiede una eccelsa padronanza del linguaggio corrente abbia anche una certa abitudine ad esternare continue imprecazioni. E non solo, l'audace conclusione degli psicologi del Marist College dello stato di New York, suggeriva inoltre che l'abbondare in parolacce sia addirittura un segno di virilità e di buona salute. Forse avevano ragione i nostri nonni quando affermavano che due 'paroline' dette bene facevano passare il mal di fegato e invigorivano l'intero corpo.

A quanto pare si. E in modo particolare quando alla forza delle imprecazioni vengono associati impegnativi compiti fisici.

A tale proposito, una nuova ricerca condotta dallo psicologo Richards Stephens dimostrerebbe tali affermazioni.

Lo scienziato amante del turpiloquio

Per chi non lo sapesse, nel vocabolario di Egizi, Greci, Romani e soprattutto dei medioevali, il cosiddetto turpiloquio e le semplici e dirette parolacce letteralmente abbondavano. Al riguardo, il ricercatore britannico dell'Università di Keele in Inghilterra, afferma che le imprecazioni sono vecchie quanto l'uomo stesso. E in funzione di ciò, lo stesso Stephens ha voluto dimostrare tempo fa come l'abbondare in parolacce migliori notevolmente anche la sopportazione al dolore fisico e psicologico.

Pedalare e stringere con forza

In questo nuovo esperimento, lo psicologo Richards Stephens ha voluto che fossero effettuati due diversi test: una pedalata sostenuta di 30 secondi su una classica cyclette, e un secondo che prevedeva una forte stretta di mano durata 10 secondi.

Per il primo test aveva convocato 29 ragazzi di ventuno anni. Quindici dei quali erano stati autorizzati a imprecare in continuazione e con un certo vigore, mentre gli altri dovevano pronunciare la timida parola 'marrone'. Bene, i giovanotti che hanno imprecato a squarciagola durante la pedalata hanno sviluppato una potenza massima di oltre 24watt rispetto agli altri quattordici.

Mentre nel secondo test, Stephen ha chiesto la collaborazione di 52 ragazzi di diciannove anni. E anche qui il miracoloso turpiloquio richiesto alla metà dei giovani ha strapazzato gli altri ventisei. Infatti, quel esprimersi osceno nei riguardi della morale individuale e collettiva li ha assicurato ben 2,1 chilogrammi in più di forza esercita nella presa.

Non male. Tuttavia, questo considerevole aumento della forza fisica rimane avvolto nel mistero. A tale proposito, sia Stephens che il suo amareggiato gruppo di ricercatori, avevano calcolato che l'aumento di energia sprigionata grazie all'urlo delle orrende parolacce, corrispondesse anche a un conseguente aumento dei battiti cardiaci. Invece no.

A questo punto non ci resta che attendere il prossimo esperimento dello scienziato amante del turpiloquio.