Da quando, lo scorso gennaio, Donald Trump si è ufficialmente insediato alla Casa Bianca, di scivoloni ne ha presi tanti. Alcuni per mancaza di esperienza, altri per cronica carenza di stile presidenziale. Questa però, se confermata, le batte tutte e lo farebbe entrare di diritto nella Storia americana. Nessun presidente, infatti, aveva mai rivelato informazioni considerate 'top secret' ad una potenza rivale. Il pasticcio sarebbe avvenuto la scorsa settimana, in occasione della visita del ministro degli esteri russo, Sergej Lavrov, a Washington.
Alla presenza, inoltre. dell'ambasciatore del Cremlino negli Stati Uniti, Sergej Kisliak, Donald Trump avrebbe parlato apertamente di una 'informazione altamente classificata'. Si tratterebbe, nel dettaglio, di una fonte dei servizi segreti relativa allo Stato Islamico e riguarderebbe la minaccia connessa all'uso di laptop sui voli.
Lo scoop del Washington Post
Lo scoop è del Washigton Post, l'autorevole organo di stampa cita dirigenti statunitensi che avrebbero riferito il modo in cui "il presidente degli Stati Uniti ha rivelato più dettagli sulla questione all'ambasciatore russo di quanti noi ne abbiamo condivisi con i nostri alleati". Le informazioni in questione sono state fornite da un partner degli Stati Uniti e sono state tenute top secret anche all'interno dello stesso governo.
Tra i veti posti dal partner, quello di non condividere le informazioni con la Russia. I servizi di intelligence si starebbero già muovendo per rattoppare la pericolosa falla. In base a quanto riportato dal Washington Post, Donald Trump avrebbe descritto il modo in cui l'Isis starebbe elaborando un piano ed i pericoli legati ad esso.
L'aspetto più grave: sarebbe stata rivelata anche la città, nei territori occupati dal Califfato tra Iraq e Siria, dove il partner ha individuato la minaccia. In questo modo, i servizi segreti russi potrebbe facilmente identificare la fonte dell'informazione. Nelle ore immediatamente successive al polverone sollevato dal WP, sono stati resi noti pareri contrastanti sulla vicenda.
Due funzionari dell'amministrazione Trump avrebbero confermato l'accaduto che, nel contempo, sarebbe stato smemtito dal consigliere per la sicurezza nazionale, H.C. McMasters. Quest'ultimo, presente all'incontro fra Trump ed i rappresentanti del Cremlino, ha sottolineato che "la storia non ha fondamento, nel corso della riunione non si è parlato di operazioni militari, se non quelle già in atto e pubblicamente note".