Oggi Barack Obama, nell'ambito di un evento internazionale denominato "Seed&Chips - The Global Food Innovation Summit", parlerà a Milano del "cibo innovativo".

Certo fare cultura e parlare di cibo, per quanto innovativo sia, con biglietti da 850 euro, non è sicuramente "democratico". La cultura - almeno quella - dovrebbe essere fruibile a tutti e non dovrebbe fare differenze, concedendo a chiunque pari opportunità. Quali parole innovative saranno mai spese per parlare di cibo che già non conosciamo, e di cui abbiamo già sentito parlare o di cui abbiamo già letto?

Limitare le proteine animali ed i grassi, preferire le proteine vegetali, consumare maggiormente frutta e verdura. In futuro, cibarsi di proteine ricavate dagli insetti, coltivare alghe adatte all'alimentazione umana, e molto altro ancora è stato scritto e detto sul cibo. Sicuramente si stanno studiando e si continueranno a studiare nuove strade per poter sfamare in un futuro molto prossimo i 10 miliardi di persone che abiteranno il pianeta entro il 2047.

I dati della F.A.O. (organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura) evidenziano che nel mondo soffrono ancora la fame 795 milioni di persone, e che una persona ogni nove non ha ancora risorse sufficienti per sfamarsi.

È possibile eliminare questa piaga ed arrivare a sfamare tutti gli abitanti del pianeta, raggiungendo l'obiettivo "Fame Zero"? La risposta è sì.

Molte persone appartenenti a organizzazioni governative e non, stanno lavorando per il raggiungimento di questo obiettivo, fornendo prima di tutto istruzione alle popolazioni locali - soprattutto rurali - finanziando anche progetti in queste aree, allo scopo di avere cibo nutriente per circa i tre miliardi di persone che, al momento, vivono in queste zone definite depresse.

Nonostante le avversità ambientali come la siccità, e nonostante l'instabilità politica provochi diversi e svariati conflitti in numerosi paesi, molti sono stati i risultati raggiunti soprattutto nel continente asiatico. Purtroppo continuano ad esserci ancora diversi ostacoli allo sviluppo del continente africano, mentre decisi miglioramenti sono stati registrati in America Latina e nei Caraibi.

Ultimo punto da sottolineare, è la crescita della protezione sociale di queste popolazioni tramite aiuti umanitari che, oltre all'invio urgente di cibo, hanno garantito trasferimenti di denaro, sviluppo di programmi sanitari e corsi di educazione e formazione scolastica.