La ‘gola profonda’ dell’indagine Consip, che tra il 20 e il 21 dicembre 2016 avrebbe rivelato al giornalista del Fatto Quotidiano Marco Lillo i particolari dell’inchiesta, potrebbe non essere il pm di Napoli Henry John Woodcock (in concorso con la compagna Federica Sciarelli) come ipotizzato dalla Procura di Roma che ha iscritto i due nel registro degli indagati per rivelazione di segreto d’ufficio. Infatti, in molti erano al corrente del contenuto dell’interrogatorio dell’ex ad Consip, Luigi Marroni, avvenuto proprio nella Capitale la sera del 20 dicembre.

Woodcock, dopo aver appreso da Marroni delle soffiate sulle microspie presenti nel suo ufficio arrivate da Luca Lotti e dai generali dei Carabinieri Tullio Del Sette ed Emanuele Saltalamacchia, avrebbe chiamato personalmente l’amico Paolo Ielo, magistrato a Roma agli ordini di Giuseppe Pignatone. Lo afferma oggi il giornalista de La Verità Giacomo Amadori.

La ricostruzione della giornata del 20 dicembre

Il 20 dicembre 2016, Luigi Marroni confessa ai carabinieri del Noe che ad avvertirlo delle microspie nascoste nel suo ufficio in Consip (subito bonificato) furono i tre pezzi grossi Lotti, Del Sette e Saltalamacchia. I militari dell’Arma avvertono subito il pm Woodcock, titolare dell’inchiesta insieme a Celeste Carrano.

La due toghe si precipitano a Roma dove, in serata, l’allora ad Consip, ripete per filo e per segno quanto raccontato poche ore prima.

A questo punto, scrive Amadori, Woodcock, appurato il fatto che le presunte condotte delittuose si sono verificate nella Capitale, telefona a Paolo Ielo, definito suo “amico”, il quale in quel momento sta partecipando a “una cena natalizia di natura istituzionale, a due passi da Piazza del Popolo” insieme al capo della sua Procura Giuseppe Pignatone.

Ielo, prosegue nel racconto Amadori, si precipita nella sede del Noe dove è avvenuto l’interrogatorio. Qui Woodcock gli comunica la necessità, visti gli elementi raccolti, di iscrivere nel registro degli indagati i personaggi suddetti, di perquisire casa di Tiziano Renzi (ipotesi poi accantonata) e di trasferire il fascicolo dell’inchiesta a Roma per competenza.

Il 21 dicembre in molti sapevano dell’inchiesta Consip

Dunque, quando i pm Woodcock e Carrano, il 21 dicembre verso mezzogiorno iscrivono nel registro degli indagati Lotti, Del Sette e Saltalamacchia, sono già in molti a conoscere quello che ormai è diventato un ‘segreto di pulcinella’. Infatti, alla cena con Ielo e Pignatone della sera precedente c’erano anche altri ‘pezzi grossi’, verosimilmente avvertiti della questione. Inoltre, il giorno 21, al momento dell’iscrizione, erano presenti di sicuro altri testimoni. La tesi del giornalista del quotidiano diretto da Maurizio Belpietro, quindi, è che l’autore della soffiata a Marco Lillo, avvenuta tra la notte del 20 e il pomeriggio del 21 dicembre, potrebbe non essere stato Henry John Woodcock per tramite della Sciarelli, alla quale Lillo aveva telefonato, dice lui, solo per sapere dove si trovasse il magistrato in quel momento.