Il magistrato della Procura di Napoli, Henry John Woodcock, titolare dell’inchiesta Consip (poi passata in parte ai colleghi romani) e la giornalista Federica Sciarelli, conduttrice di Chi l’ha visto e compagna di Woodcock, sono indagati proprio dalla Procura di Roma per il presunto reato di rivelazione di segreto. Secondo la ricostruzione dei procuratori Giuseppe Pignatone, Paolo Ielo e Mario Palazzi, i due sarebbero stati gli autori della soffiata grazie alla quale il giornalista investigativo del Fatto Quotidiano, Marco Lillo, sarebbe riuscito a pubblicare gli scoop sul caso Consip il 21,22 e 23 dicembre 2016.

Oggi Lillo ha scritto un articolo nel quale spiega le ragioni per cui, secondo lui, Woodcock e Sciarelli non possono essere le ‘gole profonde’ che hanno rivelato, tra le altre, la notizia dell’indagine su Luca Lotti. La telefonata ricevuta dalla Sciarelli (amica di Lillo) il 20 dicembre non sarebbe la classica ‘pistola fumante’ in mano agli inquirenti, ma il suo contenuto avrebbe generato un equivoco.

La telefonata tra Lillo e Sciarelli

Racconta Marco Lillo che le cosiddette “telefonate sospette” all’amica Federica sarebbero state fatte da lui il 20 dicembre. Lillo aveva appena ricevuto, da altre fonti che naturalmente non rivela, la notizia del coinvolgimento di Tiziano Renzi nell’inchiesta Consip.

È a quel punto che decide di alzare la cornetta per chiamare la Sciarelli allo scopo di sapere da lei se il compagno Henry John si trovasse in quel momento a Roma. Lillo precisa di non aver riferito alla conduttrice di Chi l’ha visto che il motivo della sua curiosità era trovare riscontro alla soffiata già ricevuta che, in quello stesso giorno, fosse in corso una perquisizione nella sede della stazione appaltante, alla presenza del pm napoletano.

La risposta della Sciarelli

La Sciarelli, al telefono, avrebbe ammesso di non avere idea di dove si trovasse il compagno in quel momento. Questa, almeno, è la versione di Lillo; tanto che, una volta letto proprio nell’articolo dell'amico del giorno successivo che Woodcock si trovasse effettivamente nella Capitale, la Sciarelli avrebbe commentato ironica il fatto che Woodcock gli dicesse sempre bugie quando doveva nascondere i particolari di un'indagine.

Lillo respinto in Procura

Proprio per rendere nota ai pm romani questa versione dei fatti, già ieri, 27 giugno, Marco Lillo aveva chiesto di essere ascoltato a piazzale Clodio. Impossibile: il giornalista è infatti imputato in un procedimento connesso per un reato minore (pubblicazione di atti segreti) e potrà quindi essere sentito solo alla presenza di un legale. Fatto sta che Lillo è sicuro che la Procura di Roma abbia “preso un grosso granchio” perché, questa la versione definitiva del giornalista, i due indagati non gli hanno mai rivelato notizie riservate su Consip.