Un mondo affascinante e misterioso del quale ancora oggi si conosce poco: è quello delle suore di clausura che Giovanni Rossi racconta nel suo ultimo libro 'Diciassette anni di clausura' (Leone Editore). Sfogliando le prime pagine incontriamo subito Sofia, ragazza che decide sin dall’adolescenza di prendere i voti; così, compiuta la maggiore età, diventa clarissa col nome di suor Veronica. Inizia quindi il racconto di una vita passata lontano dalla gente, in un ambiente in cui è necessario fare silenzio assoluto e vivere in solitudine. Regola che vale sempre, come racconta la protagonista: anche nel giorno in cui aveva compiuto i 18 anni, durante il quale nessuna monaca aveva infranto il precetto, andando a bussare alla sua porta per farle gli auguri.

Una testimonianza diretta

Per intraprendere questo viaggio, lo scrittore Giovanni Rossi, giornalista e naturopata, non avrebbe potuto fare a meno di una testimonianza diretta: è quella di Erika Pisacco, a cui si ispira il personaggio di Sofia. 'Dopo 18 anni di clausura, era appena uscita dal convento che l’aveva accolta appena maggiorenne – racconta l’autore – siamo entrati in contatto perché voleva svolgere un tirocinio in naturopatia, la mia materia'. Così Rossi ha potuto scoprire, da non cattolico, un ambiente molto diverso da come lo si racconta, ma che segue le stesse logiche di quello esterno e nel quale si ritrovano egoismo, competizione e corruzione. Il ritratto che ne esce spesso è duro: un mondo dove regna la solitudine, completamente privo di solidarietà e in cui la libera iniziativa viene schiacciata dalla struttura dell’organizzazione monastica.

I lati oscuri della clausura

Emergono lati oscuri come i casi di autoflagellazione collettiva con punizioni e torture che ciascuna suora si infliggeva da sola, situazioni in cui appaiono netti i favoritismi e la corruzione, l’uso della confessione per riuscire ad ottenere informazioni sul convento, un luogo nel quale i ponti con l’esterno sembrano tutti tagliati.

E poi ancora l’uso di psicofarmaci e il ricovero in ospedale di molti preti e suore che non sembrano reggere a questa vita. Inoltre l’autore ammette che alcuni dei particolari più violenti sono stati volutamente omessi dalla storia: c’è ancora tanto da raccontare a riguardo.

La speranza di cambiamento

Tuttavia l’intento non è quello di denunciare i comportamenti della Chiesa, quanto piuttosto il portare alla ribalta la vita di una comunità di esseri umani dimenticati dal mondo: 'Nessuno dice come si sentono o come stanno questi individui', spiega Rossi che assicura di non voler criticare l’operato ecclesiastico, anche se nel testo analizza il comportamento degli ultimi Papi.

Lo scrittore considera a tal riguardo Papa Francesco come un esempio e si dice sicuro che sotto il suo pontificato la vita conventuale potrà migliorare. Ed anche gli ultimi casi di cronaca di corruzione e pedofilia che hanno riguardato la Chiesa, in realtà – per l’autore del libro – devono essere considerati alla stregua di spiragli di verità che dimostrano come si faccia di tutto per mantenere il mistero sulla vita monastica.