La colpa delle decine di incendi, quasi tutti di natura dolosa, che stanno flagellando il Sud dell’Italia in questi giorni (soprattutto nell’area del Vesuvio e in Sicilia), secondo Vittorio Feltri, sarebbe da ascrivere agli abitanti di quelle regioni. Questione di “condizionamento ambientale”, dice, perché al Nord queste cose non succedono. Il direttore del quotidiano Libero, non nuovo ad uscite di questo genere, si scaglia senza mezzi termini contro napoletani e siciliani, capaci solo di lamentarsi per l’assenza dello Stato in quei territori, ma sempre pronti a coprire con la loro omertà i boss e la manovalanza della malavita organizzata, Mafia e Camorra, che opera indisturbata sul territorio.

La polemica di Feltri è rivolta anche contro le decine di migliaia di Guardie Forestali a cui nessun cittadino chiede conto del lavoro svolto.

Vesuvio e Sicilia in fiamme per colpa di mafia e omertà

Secondo Vittorio Feltri, sono state ovviamente “persone del posto” ad appiccare i roghi che stanno mandando in fumo i boschi intorno al vulcano vesuvio. Persone che il giornalista definisce “criminali” che non verranno mai scoperti perché possono godere di una fitta rete di complicità e dell’omertà della gente. Stesso discorso valido anche per la Sicilia dove gli autori materiali e i mandanti degli incendi non verranno mai scoperti. Insomma, il silenzio della popolazione copre gli interessi mafiosi, mentre le lamentele pubbliche sono indirizzate solo contro la presunta assenza dello Stato e delle Istituzioni.

Cartina di tornasole dello sfascio del Sud Italia, secondo Feltri, sono le migliaia di Forestali che non fanno nulla e ai quali nessuno osa chiedere come in che modo si guadagnino lo stipendio che il tanto criticato Stato gli passa.

Questione ‘ambientale’, al Nord i ‘terroni’ migliorano

Ma lo Stato di cui sopra è lo stesso a Napoli e Palermo, come a Pordenone e Conegliano Veneto.

E allora, si chiede Feltri, come è possibile che i meridionali che si trasferiscono nelle regioni del Nord diventino di punto in bianco “efficienti” dimostrando di non essere “stupidi e indolenti”? La risposta a questo quesito, secondo il direttore di Libero, starebbe tutta nel “condizionamento ambientale” che agisce sugli abitanti del Mezzogiorno.

Al Sud, infatti, la gente sarebbe, scrive testualmente, “più portata a collaborare con i delinquenti, temuti e venerati, che non con le Forze dell' ordine, poco rispettate”.

Feltri contro la Terronia

A conferma della sua tesi, Feltri porta l’esempio dei meridionali che, una volta trasferitisi a Milano, “sono diventati più milanesi dei milanesi” e non hanno difficoltà a rispettare le regole democratiche. Coloro che, al contrario, sono rimasti in quella che il giornalista definisce con disprezzo Terronia, subiscono l’influenza e le “cattive abitudini” della comunità in cui risiedono. Feltri mette le mani avanti, respingendo in anticipo le accuse di “razzismo” che si aspetta gli pioveranno contro, ma invita ad aprire gli occhi sul fatto che sul Vesuvio non ci sia un “edificio che non sia abusivo”. Dunque, conclude, “i napoletani si sono bruciati da sé. Si guardino allo specchio e sputino”.