Dopo un periodo di relativa calma torna ad infiammarsi la situazione in Mali, paese che ormai da anni non riesce più a tenere a bada la deriva "islamista" che sta contaminando soprattutto le aride regioni del nord, le ampie zone desertiche vicino il confine con l'Algeria.

Al Qaida da queste parti continua ad operare in tanti piccoli gruppi e gruppuscoli che oltre a controllare il territorio, inserendosi persino nel traffico della droga nel Western Sahara, continuano a progettare attacchi terroristici contro i militari di Bamako e le truppe speciali francesi, da tempo presenti in gran numero nell'ex colonia.

L'annuncio: uccisi 6 militari francesi, ma i Governi non confermano

Nei giorni scorsi uno di questi gruppi, denominato lo "JNIM", ha annunciato la morte di ben sei militari francesi, in due distinti attacchi avvenuti rispettivamente l'8 e l'11 luglio scorso. Anche se il governo francese ancora non ha dato alcuna conferma, quantomeno ufficiale.

Il primo attacco sarebbe avvenuto tramite uno IED, posizionato nella strada a nord di Tessalit, piccola cittadina nel nord-est del Mali, a pochi chilometri dal confine algerino (l'area più calda di tutto il Mali). Il secondo attacco, avvenuto nei pressi di Kidal, ha presentato una dinamica molto simile al primo, tanto da far pensare che a portare tali azioni "ostili" ci sia la firma degli uomini dello "JNIM".

Militari francesi delle forze speciali dispiegati in Mali dal 2013

I recentissimi attacchi da parte dei gruppi legati ad Al Qaida mettono in evidenza come la situazione, dal lontano 2013, data in cui le forze francesi entrarono nella capitale Bamako a fianco delle forze governative, non sia migliorata. Anzi, negli ultimi mesi si sta assistendo ad un lento ma inevitabile deterioramento. Le forze messe in campo da Parigi, con oltre 4000 uomini ben addestrati ed equipaggiati, sembrano non bastare a contenere la spinta dei gruppi islamisti del nord, molti affluiti nell'area dalla vicina Algeria e Libia, a seguito del conflitto libico.

Oggi il prezzo pagato dalla Francia è davvero salato, sia in termine di vittime che di costi per il mantenimento di tutta l'infrastruttura militare sul terreno.

Lo scarso impegno del governo di Bamako e dell'esercito maliano sta contribuendo a rendere ancora più difficile la missione di Parigi. Un'altra grana che presto il nuovo presidente Macron dovrà affrontare. Oggi nessuno degli obiettivi prefissati dal governo francese è stato raggiunto in Mali. E l'operazione di "contenimento" del terrorismo islamico nella fascia saheliana si sta trasformando in un boomerang.