Dopo alcune ore di interrogatorio, il sospettato numero uno nel giallo della donna fatta a pezzi e gettata nei cassonetti dei Parioli a Roma ha confessato: si tratta di un 62enne, fratello della vittima, che con lei condivideva l'appartamento dopo la morte dei genitori e, pare, anche una precaria situazione economica che potrebbe costituire un movente del brutale omicidio.
La scoperta delle gambe di donna ai Parioli
Il giallo della donna sezionata e gettata nei contenitori dei rifiuti a Roma sembra essersi risolto in poco tempo: tutto è iniziato nella sera di ferragosto, con il macabro ritrovamento di due gambe in un cassonetto in zona Parioli.
Gli arti, stretti in alcuni giri di nastro adesivo per pacchi, sono stati scoperti da una ragazza che ha lanciato immediatamente l'allarme, una volta appresa la natura di quanto intravisto in mezzo all'immondizia. Le gambe, mozzate all'altezza dell'inguine, sarebbero state tagliate con l'utilizzo di una sega o di un'accetta.
La testa e il tronco trovati altrove
Il tronco e la testa della donna, dopo alcune difficili ricerche, sono stati ritrovati in un altro cassonetto poco distante, posizionato in via Guido Reni, fronte civico 22, nei pressi del reparto volanti. Gli indumenti che verosimilmente sarebbero appartenuti alla vittima sono stati recuperati in un terzo contenitore, in via Giovanni Paolo Pannini.
Orrore dopo orrore, il mosaico del delitto ha iniziato a ricomporsi sino ad assumere una consistente solidità dopo la confessione del sospettato, incastrato dalle telecamere di sorveglianza che lo hanno ripreso con un grosso sacco in via Reni, poi a tarda notte in via Pilsudski, intento a gettare le gambe nel cassonetto.
Il fratello confessa l'omicidio
Interrogato per diverse ore in questura, il fratello della vittima ha confessato di aver massacrato la donna, forse al culmine di un litigio. Si tratta di Maurizio Diotallevi, 62 anni: viveva insieme alla vittima, la sorella Nicoletta, 59 anni, in un appartamento ereditato dai genitori. Con lei, oltre alla casa, sembra condividesse una precaria situazione economica che potrebbe aver minato il rapporto tra i due, sino all'atroce delitto.
Non si esclude, infatti, che dietro il folle gesto si nasconda un acceso diverbio, uno dei tanti che diversi testimoni hanno riferito agli investigatori. In queste ore è emerso, infatti, che i toni tra i due si scaldassero con frequenza per questioni economiche. Un'ipotesi ancora al vaglio degli inquirenti.
Diotallevi è stato condotto nel carcere di Rebibbia, in attesa della convalida del fermo, e del caso si occupa la squadra mobile di Roma, diretta da Luigi Silipo. La Procura ha aperto un'indagine per omicidio. Proprio la confessione dell'uomo sarebbe stata determinante nel ritrovamento degli altri resti del corpo di Nicoletta Diotallevi.