Una situazione già precaria tra Madrid e Catalogna è precipitata drasticamente dopo un blitz della polizia spagnola nelle sedi del governo catalano, procedendo con l'arresto di 14 persone, un numero che, al termine dell'operazione, potrebbe addirittura aumentare - secondo quanto afferma la Efe - giungendo a 17 detenuti. Almeno dieci di queste persone sono alti funzionari, fra cui Josep Marie Jové, il braccio destro del vicepresidente Oriol Junqueras.

Una mossa questa che si è rivelata una strategia efficace di Madrid al fine di impedire il referendum del prossimo 1 ottobre.

Una mossa che, però, ha fatto sì che migliaia di persone scendessero in piazza e protestassero, bloccando alcune strade del centro di Barcellona, per difendere le istituzioni catalane.

Gli scontri

Scontri fra manifestanti indipendentisti e la Guardia Civil spagnola sono avvenuti davanti ad una sede del governo catalano, immediatamente dopo il primo arresto di un dirigente dell'amministrazione. I manifestanti - fra i quali non sembrano esserci feriti o persone arrestate - hanno tentato di impedire il passaggio del convoglio.

Le varie reazioni

Dopo il blitz, il premier Mariano Rajoy, ha affermato che è impossibile accettare quanto sta accadendo: questa "guerra" illegale per l'indipendenza catalana presuppone l'intervento dello Stato.

Inoltre, puntualizza il premier, tutti erano e sono consapevoli che siffatto referendum viola la sovranità nazionale e costituisce un primo passo verso la disfatta dello Stato stesso. Pertanto, parla di azioni e reazioni moderate ed equilibrate da parte del governo spagnolo.

Da parte sua, il presidente catalano, Carles Puigdemont, convoca urgentemente una riunione del suo governo, durante la quale sostiene che Madrid - assumendo un atteggiamento totalitario e oltrepassando la "linea rossa" - ha sospeso illegalmente l'autogoverno della Catalogna, sopprimendo le libertà dei cittadini e attaccando le istituzioni.

Ada Colau, il sindaco di Barcellona, ha denunciato un vero e proprio "scandalo democratico".

Anche il Barcellona si è schierato contro Madrid, e contro quanti intendono impedire lo svolgimento del referendum per l'indipendenza della Catalogna, condannando aspramente chi osa ostacolare la libertà di parola e autodeterminazione.

Nel frattempo, le forze dell'ordine hanno proceduto con le perquisizioni e con i sequestri di 10 milioni di schede per il voto e altro materiale utile per l'imminente referendum.