"Sperimenteranno i più grandi dolori e le peggiori sofferenze". Così la Corea del Nord minaccia gli Stati Uniti a poche ore dal voto sulla nuova risoluzione Onu. Il Consiglio di sicurezza si riunirà oggi pomeriggio per approvare o meno le nuove sanzioni contro il regime di Pyongyang richieste dagli Usa di Donald Trump. Per ricevere il disco verde, devono essere votate all'unanimità. E' sufficiente anche un solo voto contrario per respingere la risoluzione. In undici anni sono state complessivamente 8 le risoluzioni ai danni del Paese oggi guidato dal giovane leader maximo Kim Jong-un, succeduto al padre Kim Jong-il.

La nuova minaccia contro gli Usa

La Corea del Nord fa sul serio. Gli Usa anche. Nelle prossime ore, i giochi di potere potrebbero vivere un nuovo importante capitolo nell'escalation di minacce verbali tra il regime di Pyongyang ed il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. L'agenzia di stampa ufficiale nordcoreana Kcna ha riportato un comunicato nel quale sono presenti le minacce del ministro degli Esteri del governo nordcoreano. Lo scenario prospettato all'America non è dei migliori: "La più grande delle sofferenze e dei dolori della loro storia".

Fa un certo effetto leggere tali dichiarazioni proprio nel giorno in cui ricorre l'anniversario dell'attentato alle Torri Gemelle dell'11 settembre, per il quale gli Stati Uniti piansero la morte di 2.974 persone.

Di gran lunga il più grande attentato terroristico che il Paese dovette affrontare, avvenuto all'alba degli anni 2000. Da allora non soltanto gli Usa sono cambiati, ma è tutto il mondo ad essere diverso. E la situazione, se possibile, potrebbe ulteriormente peggiorare in caso di guerra tra la Corea del Nord e gli Stati Uniti.

Eventualità non più remota, soprattutto di fronte alle nuove minacce pronunciate questa mattina dai vertici del regime di Pyongyang.

Il possibile veto di Cina e Russia

La nuova risoluzione Onu che gli Stati Uniti porteranno oggi al voto contiene l'inasprimento delle sanzioni alla Corea del Nord di Kim Jong-un. Gli Usa puntano ad annullare l'export di petrolio verso la penisola nordcoreana.

Inoltre è richiesta la sospensione della vendita del tessile prodotto in Nord Corea, così da mettere in ginocchio ulteriormente l'economia del Paese. Infine, si chiederà lo stop alla circolazione dei lavoratori nordcoreani all'estero, stimati in 60-100.000. Ad oggi, appare irrealistico credere che Cina e Russia diano il loro consenso a tale risoluzione. Come detto, se anche una sola nazione esprime il proprio veto, la risoluzione non passa.