"Dovevo farlo, ha sodomizzato mia figlia". Quando gli agenti le hanno messo le manette ai polsi, non ha opposto alcuna resistenza Connie Serbu, una donna americana di 41 anni, accusata di omicidio. Si è limitata a spiegare i motivi del suo gesto: la vittima, il 18 enne Xavier Sierra, aveva violentato la figlia di 6 anni. E per lei, non restava altro da fare che vendicare lo stupro. Ha teso una trappola al teen ager per incontrarlo: nell'agguato è stato coinvolto anche John Vargas, il fratello 30 enne della donna che, nella colluttazione con il teen ager stupratore, ha avuto la peggio.
Le vittime di questo regolamento dei conti, sono dunque due.
Piano di vendetta
Era il maggio del 2016, quando la figlia di 6 anni di Connie Serbu, raccontò alla madre episodi sconvolgenti: era stata violentata due volte da un 18 enne, Xavier Sierra. Le fonti non svelano come fosse entrato in contatto con la bambina. La donna, da quel momento, ha avuto solo una stessa ostinata idea in testa: farsi giustizia da sé, vendicare con il sangue l'abuso sacrilego che sua figlia aveva subito da un ragazzino perverso.
Sono trascorsi così, tra rabbia e ideazione del piano, due mesi dopo i quali, nel luglio 2016, la donna ha eseguito quanto si era prefissata di fare. Ha attirato lo stupratore in una zona isolata della città di Naples, in Florida, dove vive. Il pretesto era di parlare di un progetto che suona come una beffa: un letto a castello che il ragazzo avrebbe dovuto realizzare a pagamento, proprio per la stanza della bambina.
All'appuntamento la donna è andata con suo fratello più giovane, John Vargas, che avrebbe dovuto forse compiere l'omicidio al posto suo. Quando il teen ager ha capito le intenzioni della donna e del fratello, forse ha cercato di scappare. C'è stata una colluttazione e, in un primo momento, Vargas raggiunto da un colpo all'addome, ha avuto la peggio ed è morto. Sierra avrebbe esploso, a sua volta, colpi d'arma da fuoco prima di restare anche lui ucciso da sei colpi di pistola.
Prove schiaccianti
La polizia aveva trovato i corpi di Xavier Sierra e John Vargas, in una zona isolata di Naples il 7 luglio 2016, mentre stava indagando, dopo aver ricevuto segnalazioni di colpi d'arma da fuoco che i residenti avevano sentito esplodere.
Ma solo dopo un anno, a luglio di quest'anno, la donna, probabilmente consigliata da un avvocato, ha chiamato gli inquirenti rendendo noto che era stata lei a fare incontrare i due uomini, ma non ha ammesso di essere stata lei a sparare. Lo scorso 25 agosto è stata arrestata per omicidio di secondo grado, dopo che gli inquirenti hanno raccolto prove rilevanti: tra queste, la testimonianza di persone vicine a Connie Serbu, a cui la donna aveva rivelato di voler uccidere lo stupratore e i messaggi telefonici tra lei e il fratello da cui si evince il piano omicida.
'Ragioni' oltre la legge
Quando la polizia è venuta ad arrestarla, a conclusione di una lunga indagine, la donna non ha opposto resistenza, ma ha solo rivendicato le sue "ragioni": "“Non mi importa, ha violentato mia figlia, non mi importa, ha violentato mia figlia che mi ha raccontato tutto quello che è accaduto". Già nel 2016, la donna aveva affidato la custodia dei suoi due figli al padre con cui era separata dal 2014 per via delle indagini in corso.