Il sindaco di Roma, Virginia Raggi (M5S), è indagato per il reato di falso dalla procura della Capitale per aver riferito una presunta menzogna alla delegata comunale dell’Anticorruzione sulla promozione in Campidoglio di Renato Marra, fratello del più noto Raffaele, l’ex capo del personale che, secondo gli inquirenti, avrebbe condizionato l’atto. Cadute invece le accuse più gravi (tre abusi di ufficio e una rivelazione di segreto d’ufficio). Anche il sindaco di Milano, Giuseppe Sala (Pd) è indagato per il reato di falso materiale e ideologico per aver truccato, sostengono i pm meneghini, alcuni documenti relativi all’appalto di Expo, l’esposizione universale tenutasi nel capoluogo lombardo nel 2015.

Due casi all’apparenza simili (anche se nel secondo si parla di un giro di denaro ultra milionario) trattati in maniera completamente opposta dai mass media mainstream: Raggi colpevole e Sala praticamente assolto. Vediamo le differenze nel dettaglio.

I mass media assolvono Giuseppe Sala

La notizia che la procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per Giuseppe Sala arriva il 19 settembre scorso. Il sindaco meneghino, come detto, è accusato del reato di falso materiale e ideologico per aver modificato alcune date (retrodatando i fatti accaduti) relative a documenti riguardanti il maxi appalto di Expo. Stralciata, ma non archiviata come sostengono giornali e tg, l’accusa ben più grave di turbativa d’asta.

La notizia ‘bomba’ viene accolta senza alcun titolo di testa dai tre telegiornali Rai e relegata ad un annuncio di pochi secondi. Il giorno successivo, 20 settembre, i quotidiani più diffusi fanno a gara per sminuire la posizione processuale di Sala. “I pm su Expo: processate Sala, ma cade l’accusa più grave”, titola Repubblica di Mario Calabresi che poi relega la notizia a pagina 18.

Quasi uguale il titolo del ‘gemello editoriale’ La Stampa: “‘Expo, processate Sala’. Ma cade l’accusa più grave”. Il relativo pezzo si trova a pagina 15. Non meno assolutoria l’apertura del Corriere della Sera: “Expo, chiesto il processo per Sala (ma solo per falso)”. L’articolo si trova addirittura a pagina 21. In fotocopia, infine, anche il titolo de Il Messaggero: “Sala a giudizio soltanto per falso”.

Virginia Raggi colpevole a prescindere

Ben diverso il trattamento riservato alla grillina Virginia Raggi. Il 28 settembre, nove giorni dopo Sala, le agenzie battono la notizia della richiesta di rinvio a giudizio da parte dei pm romani per il primo cittadino romano. Il reato è sempre quello di falso ideologico. I tg della tv pubblica dedicano servizi di primo piano della durata di 2-3 minuti (moltissimi per un tg). E questa volta i ‘grandi’ quotidiani non sono così teneri come con l’esponente Pd. Il 29 settembre paginate e paginate di articoli allo scopo di montare un caso che non esiste. Il Corriere della Sera scrive a titoli cubitali: “Giustizia, il nuovo caso Roma”. Quando a Roma non esiste nessun “nuovo caso”, ma solo la chiusura delle indagini su Raggi.

“‘Bugie sulle nomine’, la procura chiede di processare Raggi”, attacca a testa bassa La Stampa. Dello stesso tono le aperture di Repubblica (“Raggi va processata per falso”) e del Messaggero (“Raggi a processo per falso”).