Si definisce giurista e giardiniere. Alla luce dello scandalo che ha appena fatto scoppiare nelle università italiane da Firenze in giù, ma anche in su, gli calzerebbe a pennello anche l'appellativo di 'potatore'. L'alieno tra noi, ora portato in trionfo come eroe nazionale, Philip Laroma Jezzi, 49 anni, ricercatore e professore aggregato di Diritto tributario a Firenze, italiano lo è ma fino a un certo punto. Solo a metà, mezzo sangue, perché di padre italiano ma di madre inglese. Sta facendo tremare le baronie universitarie della penisola. Nel capoluogo toscano, gli avevano chiesto di ritirarsi da un concorso truccato, organizzato per far vincere gli amici degli amici.
Jezzi non ha accettato il bonario "consiglio" e, registratore alla mano, ha scoperchiato l'illecito sistema in vigore negli atenei per la spartizione di posti e cattedre. La sua denuncia alla procura di Firenze ha portato, dopo un anno d'attesa del via libera del gip, a 7 arresti, interdizione dall'insegnamemto per un anno per 22 professori, 59 indagati, 150 perquisizioni in tutta Italia.
'Smetti di fare l'inglese', realismo italico
CONCORSI TRUCCATI e scambio di favori. Non contavano i titoli, figurarsi il merito, ma solo l'appartenenza al 'clan' giusto. Le registrazioni di Jezzi tramite smartphone hanno fatto partire l'inchiesta che ha portato all'arresto di egregi professori e tributaristi fiorentini con accuse di corruzione, induzione indebita e turbativa del procedimento amministrativo, e una 'rosa' di indagati in cui c'è c'è anche l'ex ministro Augusto Fantozzi.
Tutto inizia nel 2013 quando Jezzi, brillante tributarista con studio a Firenze, presenta domanda per l'abilitazione a diventare professore universitario. Apriti cielo: uno dei suoi professori, Pasquale Russo, ora tra gli indagati, gli spiega con la pazienza di un padre che cerchi di addestrare un figlio un po' avulso dalla realtà, che ognuno ha il suo protetto da inserire.
Lui non è nella lista, quindi a che pro presentarsi al concorso? Le regole del sistema sono chiare: "Che fai, ricorso? Però così ti giochi la carriera. Qui non siamo sul piano del merito. Smetti di fare l'inglese e fai l'italiano". Ma Jezzi il ricorso lo fatto e vince, ottenendo l’abilitazione.
Chi è il 'castiga baroni'
Schivo, riservato, insofferente alle ingiustizie, Jezzi ha avuto un eccellente percorso formativo sia in Italia che in Gran Bretagna.
Nel suo studio si sono formati Maria Elena Boschi ed altri esponenti del Pd. Ma è un italiano atipico, quasi un 'antitaliano'. Il suo nome figura nel sito "vittimedelsalvabanche.it", perché il suo studio aiuta i risparmiatori, dopo il decreto 2015 che ha evitato il fallimento di Banca Etruria e non solo. Lo scorso 7 gennaio ha inviato una mail al direttore del Fatto quotidiano, Marco Travaglio per raccontare di una sua denuncia che ha portato all'arresto del direttore dell'Agenzia delle entrate. E quasi in risposta indiretta ai suggerimenti del professore Russo, ha scritto di aver preferito fare l'inglese in Italia, anziché l'italiano in Inghilterra.
Incoronazione via social
Su Facebook è nata una pagina "philip laroma jezzi presidente del consiglio subito", c'è chi lo vorrebbe ministro dell'Istruzione, chi lo acclama e chi pensa a un hastag su Twitter "jesuisphilip".
Sul Fatto quotidiano ha ricevuto una pagina di elogi. "Eroe", "mito": via social, abbondano complimenti e ringraziamenti degli italiani. Ma lui, anche in questo assolutamente poco italiano, preferisce mettersi da parte e lasciare lavorare i magistrati che sostiene e apprezza. E' un giardiniere che pota con discrezione e mai a favore di telecamere.