Una notte insonne per il paesino di Specchia, in provincia di Lecce, che ha portato con sé una tragica certezza dopo 10 giorni incerti sulla sorte della sedicenne Noemi Durini: il fidanzato ha confessato l'omicidio della giovane. Subito dopo il ragazzo ha condotto i militari dell'Arma nei pressi del luogo in cui ne aveva occultato il cadavere, in località San Giuseppe di Castrignano del Capo. Le tracce di sangue rinvenute sui sedili della sua macchina avrebbero indotto il ragazzo a confessare le proprie responsabilità dopo una serie di infruttuosi interrogatori.

Le motivazioni del giovane: 'Mi sono difeso'. Tentato linciaggio dopo l'uscita dalla caserma

Nei giorni passati, infatti, il diciassettenne era stato già sentito dalle Forze dell'Ordine, ai quali avrebbe reso dichiarazioni contraddittorie. Nell'ultima versione del racconto, sottoposto al vaglio degli inquirenti dopo il ritrovamento della ragazza, il giovane avrebbe scagionato sé stesso adducendo come motivazione la legittima difesa: lui stesso avrebbe accoltellato la sedicenne con un'arma che lei stessa si sarebbe portata dietro da casa per sterminare la sua famiglia. I militari hanno provveduto a raccogliere la deposizione modificando il titolo di reato da sequestro di persona ad omicidio volontario ed occultamento di cadavere.

Dopo il trattenimento per raccogliere le prime informazioni, il ragazzo è stato rilasciato per permettergli di raggiungere la sua abitazione di Alessano, ma fuori dalla stazione di Specchia un nutrito gruppo di persone avrebbe accolto il ragazzo con parole ed atteggiamenti violenti; ai quali l'indagato avrebbe risposto con ghigni ed atteggiamenti beffardi.

Le denunce senza esito della madre di Noemi e il triste epilogo

La madre della giovane, Imma Rizzo, con la quale Noemi conviveva dopo la separazione dei genitori, aveva già segnalato il giovane alle autorità per il suo carattere violento e possessivo e per un passato turbolento: era già stato in cura al SERT per ripetuto abuso di sostanze stupefacenti e sottoposto a diversi trattamenti sanitari obbligatori.

Malgrado la frequentazione burrascosa e gli abusi fisici subiti, la ragazza avrebbe comunque continuato la relazione, spesso assentandosi da casa per due o tre giorni alla volta a causa di incomprensioni familiari. Il mancato rientro di Noemi ha considerevolmente allarmato la madre, che ha allertato le forze di polizia lo scorso 4 settembre. In breve tempo sono stati contattati diversi reparti scelti di Polizia e Carabinieri, tra i quali i RIS di Roma; le indagini sono continuate senza sosta, fino a giungere ad una svolta con il ritrovamento della fidanzata scomparsa, reso possibile dalla collaborazione dell'indagato. I genitori di Noemi, che si trovavano presso la Prefettura di Lecce per una conferenza stampa, hanno accusato un rapido malore appena appresa la notizia.

Si è reso necessario il rapido trasporto della madre presso l'ospedale locale, dove ancora si troverebbe sotto osservazione in stato di shock. Si attendono ulteriori sviluppi dopo il primo, sconcertante esito di una vicenda che ha caratterizzato in modo negativo il mese di settembre di un'intera comunità.