Forlì - Ormai è noto e succede da anni. I ragazzi cominciano, fin da piccoli, poi ancora di più nell'età dell’adolescenza, a chattare con i loro amici o con giovani conosciuti tramite i social network. Lo stesso accade - anche se più di rado - pure agli adulti: insomma non è più una moda, ma un modo di comunicare e di vivere.
C'è molto da eccepire, perché spesso il computer e lo smartphone sostituiscono il contatto faccia a faccia, gli incontri nei luoghi di divertimento, una vera e propria conoscenza approfondita magari con una passeggiata in un bel parco che può indurre ad un innamoramento più consapevole rispetto a quello legato all'utilizzo dei social.
Ma ciò che è accaduto in una città di medie dimensioni quale Forlì è davvero troppo. Una 17enne di origine tunisina, cittadina italiana, è stata picchiata pesantemente dal padre, perché sorpresa a chattare con un amico.
La madre ha visto tutto e poi ha riferito al marito
Quello del padre di famiglia - se verrà confermato - è un comportamento decisamente sbagliato e da condannare senza appello. Invece di picchiare un figlio bisogna parlare con lui, spiegare e anche capire che a quell'età si tende a seguire la "moda" del momento dettata dalla massa degli altri adolescenti. Non si può fare a proprio piacimento i padri/padroni - almeno nel nostro paese - per di più se si tratta di una famiglia con cittadinanza italiana, richiesta e ottenuta con l'obbligo di rispettare le leggi vigenti sul territorio italiano.
Tornando al caso di Forlì, è stata la madre a notare che la figlia stava chattando con un giovane, e a raccontare immediatamente al marito quanto accaduto, quando questi è tornato a casa. I due genitori, dunque, molto probabilmente erano d’accordo. Poi è stato l’uomo, secondo il racconto della 17enne, che l'ha prima offesa e poi malmenata più volte, facendo addirittura uso di un bastone in preda ad una furia che non aveva avuto precedenti in passato.
La ragazza ora si trova in una comunità
La giovane non ha sopportato in silenzio un comportamento del genere, e si è recata in Questura per spiegare agli agenti quanto accaduto in famiglia. Il suo racconto è stato avvalorato dal responso del Pronto soccorso, dove è stata accompagnata dalla polizia, e il referto è stato di dieci giorni di prognosi.
Ora la 17enne, in attesa di fare completa chiarezza con le indagini del caso, è stata affidata ai servizi sociali che l'hanno trasferita momentaneamente in una comunità per giovani, per evitare di restituirla subito alla famiglia.