Infiammano le polemiche per il nuovo caso di antisemitismo causato da una frangia deviata della tifoseria della Lazio. Gli adesivi appiccicati all’Olimpico (e non solo) che ritraevano il fotomontaggio della povera Anna Frank con la maglia della Roma hanno provocato vergogna e sgomento. Non è la prima volta (né purtroppo sarà l’ultima) che il calcio mette in mostra il suo lato peggiore. La triste realtà è che l’odio razziale cova nelle Curve degli stadi di mezza Italia e, a poco sono servite negli ultimi anni, campagne e iniziative dei club volte alla sensibilizzazione.

Nel frattempo sono stati diffusi i primi risultati dell’inchiesta post fattaccio: le prime persone identificate sono 16, tre dei quali minorenni (il più piccolo conta 13 anni all’anagrafe). Il presidente della Lazio, Claudio Lotito, ha stigmatizzato il comportamento degli ultra estremisti biancocelesti depositando una corona di fiori dinanzi alla sinagoga del ghetto ebraico di Roma. Un bel gesto poi smontato da uno scoop de Il Messaggero che ha pizzicato il patron biancoceleste al telefono intento ad anticipare al suo interlocutore “la sceneggiata” che di lì a poco avrebbe compiuto. La cosa non è stata molto gradita dai ragazzi del ghetto: l’omaggio floreale di Lotito è stato lanciato al Tevere.