Il governo kosovaro ha messo 100 mila dollari a disposizione della coalizione anti-ISIS. La notizia è stata diffusa dai media kosovari, dove si fa sapere che durante la riunione svolta venerdì, il governo ha deciso di stanziare questa cifra per sostenere la coalizione che lotta contro il gruppo militante dello Stato Islamico. Il primo ministro kosovaro, Ramush Hardinaj, ha dichiarato che la decisione presa dal suo governo onora il popolo kosovaro. Haradinaj ha sottolineato anche il fatto che questo gesto, anche se piccolo, possa trasformarsi in un aiuto per le popolazioni in Iraq e Siria.
Il governo del Kosovo si mette a disposizione per essere un punto d’appoggio per l’iniziativa che riguarda il ritorno nelle loro abitazioni dei civili, che erano stati costretti a fuggire. Così facendo, l'obiettivo è quello di offrire loro aiuti umanitari, attraverso i progetti che riguardano le prime necessità di vita, auspicando un ritorno alla normalità in breve tempo.
La decisione dopo la liberazione di Raqqa
Questa decisone da parte del governo kosovaro è stata presa solo poco tempo dopo che le forze siriane, con l’aiuto degli Stati Uniti, hanno dichiarato vittoria contro l'ISIS, liberando i civili a Raqqa, considerata come la capitale del gruppo islamico. Il Kosovo fa parte della Coalizione Globale per sconfiggere l’ISIS e da tempo offre il suo impegno per prevenire e fermare l’ondata dei cosiddetti foreign fighters ma anche per impedire il finanziamento dei gruppi terroristici.
Il Kosovo considerato 'la culla dei foreign fighters'
Da tempo si parla di tanti combattenti di origine kosovara che sono partiti in Siria e Iraq e si sono aggregati all’ISIS. A causa di ciò, il Kosovo è stato definito come "la culla dei foreign fighters". Si calcolano più di 315 combattenti kosovari che hanno già fatto parte dell’ISIS, mentre si pensa che 60 di loro siano stati uccisi.
Da quel che si apprende sui media, 120 di loro hanno fatto ritorno in patria, dichiarando una grande delusione verso la situazione che hanno dovuto fronteggiare. I media fanno sapere che si possono trovare sul posto ancora intorno alle 140 persone, 75 delle quali sono combattenti e gli altri sono donne e bambini. Oltre 100 persone sono state indagate, 90 di loro sono state accusate e 60 hanno ricevuto una condanna di 15 anni di carcere, per aver preso parte come combattenti nelle guerre di altri paesi o che hanno promosso e aiutato attività terroristiche.
Inoltre, le autorità kosovare, in collaborazione con la Comunità Musulmana in Kosovo ed alcuni organizzazioni, stanno facendo parte di una strategia che comprende le azioni per poter indebolire i messaggi estremisti, ma anche per la reintegrazione delle persone che furono radicalizzate.