L'africa è un'isola soggetta ad epidemie e alla loro conseguente propagazione che causano molteplici morti e infettati. Nel 2016, infatti, esse hanno causato almeno una sessantina di vittime e oltre 200 infettati, ma la peste cominciata nello scorso agosto è la più grave che gli studiosi abbiano riscontrato dal Medioevo ad oggi. In soli due mesi si sono registrati trenta morti e 194 infettati.

Sebbene in Madagascar la propagazione della peste è circoscritta nelle zone periferiche o di campagna, quest'anno si è estesa anche nella capitale, Antananarivo (che conta 1,3 milioni di persone), o Taomasina, un'altra grande città situata nel Madagascar orientale, popolata da 237mila abitanti.

Com'è cominciata

In Madagascar la forma di peste più diffusa è quella bubbonica, ma quest'anno, l'Oms (Organizzazione mondiale della Sanità) ha associato i decessi alla peste polmonare, la forma più pericolosa che colpisce i polmoni. La peste polmonare è più infettiva di quella bubbonica, poiché, mentre quest'ultima si trasmette attraverso le pulci e viene portata dai ratti, la prima si diffonde con un mero colpo di tosse.

Nel 2017, la peste comincia nel mese di agosto in concomitanza del ritorno di un uomo che aveva viaggiato nell'entroterra del paese, Ankazobe. Secondo l'Oms, il viandante sarebbe morto dopo aver accusato i primi sintomi. In aggiunta, delle persone - almeno 31 - che hanno avuto un contatto con l'uomo, a prescindere se sia stato diretto oppure no, quattro sono state infettate e successivamente sono decedute.

Come si trasmette

L'agente eziologico della peste, ovverosia il batterio Yersinia pestis, in molte pari del mondo, fra cui l'Africa subsahariana e, per l'appunto, il Madagascar, non è ancora stato debellato. Il governo ha proceduto con la chiusura di tutti gli istituti scolastici e delle università, vietando qualsiasi forma di adunanza pubblica (concerti, tornei) e procedendo con la disinfestazione per limitare i danni.

Prevenzioni e antibiotici

L'Organizzazione mondiale della sanità interviene con spedizioni di antibiotici e attrezzature per la protezione individuale. I farmaci vengono impiegati sia per la cura sia per la profilassi e possono curare fino a cinquemila pazienti e proteggere quasi 100mila persone esposte maggiormente alla malattia.

Katharina Kreppel, epidemiologa in Tanzania, presso l'Ifakara Health Institute, ha espresso la sua preoccupazione per la scarsa quantità di denaro necessario ad acquistare gli insetticidi e per la mancanza di strutture sanitarie adeguate a curare i soggetti ammalati. Sottolinea - inoltre - di non essere in possesso degli strumenti e dei mezzi necessari per raggiungere i villaggi isolati, nel caso in cui l'epidemia si diffondesse maggiormente.