Il 22 di novembre il Tribunale Penale Internazionale dell’AJA, emetterà la sentenza di primo grado a carico dell’ex generale e capo militare delle forze serbo-bosniache, Ratko Mladić. La notizia è stata diffusa dai media serbi che ricordano che Mladić è accusato di genocidio e crimini di guerra e contro l’umanità in Bosnia, tra 1992-1995. L’assedio di Sarajevo ed il massacro di ottomila musulmani a Srebrenica nel luglio 1995, sono alcuni fatti importanti, per i quali l’ex generale 74enne è ritenuto responsabile. L’anno scorso la procura del Tribunale Penale Internazionale, per tanti crimini di cui Mladić è reso responsabile, aveva sollecitato la condanna all’ergastolo per la quale la difesa aveva chiesto assoluzione.

Soprannominato "Il macellaio dei Balcani"

Su Ratko Mladić cadono accuse tremende, per aver commesso atrocità e persecuzioni ai danni della popolazione croata e musulmana in Bosnia. La sua condizione di salute non è stata delle migliori durante la sua prigionia, per questo, solo alcuni giorni fa il governo serbo aveva chiesto un rilascio temporaneo per Mladić, per poter dare a lui l'opportunità di curarsi nella sua patria. Secondo Belgrado, nel carcere del Tribunale Penale Internazionale a Scheveningen, presso l'Aja, dove si trova detenuto, a lui non vengono garantite le possibili cure mediche e secondo le autorità serbe esiste il timore che mladic potrebbe morire in detenzione. Mladić, nel 2015, era stato visitato da alcuni specialisti russi all'Aja, i quali avevano dichiarato che la sua condizione di salute non li permetteva di poter essere partecipe durante le sedute processuali.

Lui è stato fin ora colpito da un infarto e da due ictus.

Per la sua cattura era stata offerta una taglia da 5 milioni di dollari

Ratko Mladić fu arrestato a maggio del 2011, dopo una latitanza che durò 16 anni, poiché veniva protetto dalle forze di sicurezza serbe e serbo-bosniache ed anche dalla sua famiglia. In quei anni, il governo serbo e quello americano offrirono una ricompensa di ben 5 milioni di dollari, (una cifra che salì poi a 10 milioni) a chiunque offrisse delle informazioni utili per la cattura e l'arresto di quello che era stato accusato di genocidio e crimini contro l'umanità.

Poi era stato estradato all'Aja e solo un anno dopo alla sua cattura, iniziò formalmente il processo contro di lui, nel centro di detenzione che ospita gli accusati del Tribunale Penale Internazionale per la Ex Jugoslavia (ICTY).