Passerà alla storia per essere stato il più feroce e sanguinario criminale della storia americana, ma senza essersi sporcato le mani, Charles Manson, il "profeta", morto a 83 anni nell'ospedale dove era stato ricoverato lo scorso luglio dal carcere di massima sicurezza di Corcoran in California, per l'aggravarsi delle sue condizioni di salute. Un primato di efferatezza criminale che potrebbe contendere con il "nostro" Totò Riina, il boss dei boss, morto lo scorso 17 novembre a 87 anni nel reparto detenuti dell'ospedale di Parma. Riina scontava 26 ergastoli, Manson, a capo di una setta conosciuta con il nome di "Family", ne aveva a suo carico invece "solo" sette, quanti gli omicidi di cui era stato il mandante.

Curriculum criminale

L'apice della sua carriera criminale Manson lo raggiunge nell'agosto del 1969 facendo compiere una strage. Ma prima, c'è un lungo corso delinquenziale con inizio precoce. Figlio di una prostituta alcolizzata che lo concepisce a 16 anni, finita in carcere per rapina, mentre il padre biologico resta ignoto, Charles sembra abbia il crimine nel sangue: a 16 anni è in riformatorio e non fa a tempo a uscire per farvi ritorno, a causa di ripetute rapine, stupri, violazioni della libertà vigilata. Vorrebbe diventare una pop star perché in carcere, dove finisce per trasporto di donne da uno stato all'altro a scopo di prostituzione, impara a suonare la chitarra. Quando esce, nel 1967, prevale la 'vocazione' criminale.

Fonda una setta, la chiama "The Family", conosciuta anche come Manson Family, in realtà è una famiglia border line e criminale che vive di furti e rapine, ispirandosi alla cultura hippy pratica sesso di gruppo, fa largo uso di droghe e funghi e ha in odio i neri. Avendo studiato da detenuto magia nera, ipnotismo, esoterismo, l'uomo dalla svastica tatuata sulla fronte, si proclama l'incarnazione di Gesù e Satana insieme, ed è considerato dai seguaci un leader religioso.

La sua prima vittima è Gary Hynman, un insegnante di musica unitosi alla ‘Family'.

Il massacro di Cielo Drive

Manson progetta una grande strage, solo per vendetta. Il 9 agosto 1969, quattro suoi seguaci, armati di pistole, coltelli e una corda di nylon, su suo mandato fanno irruzione a Cielo Drive, lussuosa villa a Bervery Hills dove abita Sharon Tate, promettente attrice e moglie del regista Roman Polanski.

L'attrice e quattro suoi amici sono barbaramente uccisi solo perché la villa è di proprietà di Terry Melcher, produttore discografico che non ha voluto produrre il disco del profeta. Polanski si trova a Londra per motivi di lavoro avendo appena finito di girare "Rosemary’s Baby". Sharon, all'ottavo mese di gravidanza, viene uccisa con 16 pugnalate al ventre. La sera dopo, i seguaci di Manson uccidono l'imprenditore Leno Labianca e sua moglie senza un movente.

Processo e condanne

Il processo contro Manson è stato uno dei più lunghi e costosi della storia criminale a stelle e strisce. Nel 1971, ha 36 anni quando viene condannato a morte insieme agli esecutori materiali degli omicidi, pena poi comminata all'ergastolo in seguito all'abolizione in California della pena capitale.

Manson, che non ha mai manifestato pentimento, proprio come Totò Riina, ha chiesto 12 volte la libertà anticipata, ma gli è stata sempre negata. Pur non avendo preso parte attiva agli omicidi, resta uno dei più brutali assassini della storia americana, con tanto di ammiratrici che gli scrivevano in carcere, e una che nel 2014 voleva sposarlo. Su di lui ora il regista Quentin Tarantino vorrebbe realizzare un film. La sceneggiatura 'trash' e diabolica che racconti l'inquietante vita di un angelo del male, non avrà bisogno di scriverla.