Una storia di omicidio che ha dell'incredibile, si tratta di un bacio tra due fidanzati, "carico di passione" capace di uccidere un giovane detenuto. Melissa Ann Blair e Anthony Powell hanno condiviso un lungo bacio, alla fine di una visita l'anno scorso al penitenziario statale dell'Oregon. La donna, durante il bacio, ha passato sette capsule piene di metanfetamina in bocca al fidanzato. Due capsule si sono spezzate nello stomaco di Powell, che poche ore dopo è morto per overdose da metanfetamina. Questo almeno quanto riferito sinora dai procuratori.

Le ipotesi di omicidio

Il giudice distrettuale degli Stati Uniti, Marco Hernandez, ha dichiarato che le azioni della Blair sono parte di uno schema ideato da Powell e da altri detenuti per ottenere la droga all'interno della prigione. C'è stata una disputa sul fatto che la Blair abbia partecipato o meno di sua spontanea volontà, ma Powell sarebbe comunque responsabile della propria morte. Ha detto Hernandez: "È stato tragico e triste ma il ragazzo ha parecchia responsabilità per quello che è successo". Tuttavia c'è un'altra ipotesi che vedrebbe la ragazza totalmente responsabile dell'accaduto, e in questo caso sarebbe accusata di omicidio volontario del fidanzato Anthony. Sono molti a pensarla cosi, dato che il 41enne stava scontando l'ergastolo - nella prigione in cui poi è morto - per omicidio aggravato della morte lancinante di sua suocera, secondo quanto riporta il tribunale.

Tuttavia è stato appurato che è stato proprio Anthony a costringere la fidanzata a passargli la droga. Oltre a due anni da scontare nel carcere federale, il giudice ha anche ordinato alla Blair, 46 anni, di completare tre anni di supervisione post-rilascio e di partecipare a programmi di trattamento della droga e di salute mentale.

Le dichiarazioni di Blair

La donna durante l'udienza ha dichiarato di sentirsi fortemente condizionata dal fidanzato. "Blair si sentiva forzata da Powell anche se era dietro le sbarre", ha confermato il suo avvocato, John Ransom, "...ha usato la metanfetamina ma lei non ne era dipendente". "Era una situazione in cui l'uomo aveva il controllo totale sulla sua vita", ha detto ancora Ransom,"Doveva fare tutto ciò che lui diceva".

Dunque, la donna si troverà a scontare la sua pena nello stesso carcere in cui è morto il fidanzato, che nonostante tutto, lei dice di amare ancora. Oltre alla condanna la donna si è trovata abbandonata anche dalla famiglia, dato che la sorella non ha voluto testimoniare a suo favore in tribunale.