Sono ore concitate per il reparto di Rianimazione dell'Ospedale Santa Maria della Scaletta di Imola. Dopo la notizia di questa mattina, in cui i vertici USL dichiaravano la morte celebrale per il giovane studente colpito da meningite batterica, è arrivata pochi minuti fa l'ufficialità: il giovane imolese è deceduto dopo neanche una settimana dal ricovero. Il ragazzo era sopraggiunto giovedì pomeriggio scorso con il 118 in condizioni estremamente critiche. Dopo i primi accertamenti, in cui si evidenziava il contagio da meningococco, era stato trasferito nel reparto di rianimazione, dove la prognosi, in questi giorni, non era mai stata sciolta, ad evidenziare un quadro clinico estremamente grave.
Ora, dopo la notizia di questa mattina della morte celebrale, l'Azienda sanitaria imolese ha ufficializzato, purtroppo, il decesso del giovane paziente come da prassi, almeno dopo sei ore da una morte celebrale. I genitori del ragazzo, con un gesto di grande altruismo, hanno autorizzato i sanitari alla procedura per la donazione degli organi.
I vertici USL di Imola non hanno potuto rispondere in merito al motivo che ha portato il giovane a contrarre il batterio del meningococco: ossia, nello specifico, se effettivamente il ragazzo sia stato o meno vaccinato. Il vaccino per la meningite, tuttavia, non è obbligatorio, rientra infatti nella categoria di quelli facoltativi. Questa grave patologia si può trasmettere con il respiro, con uno starnuto o con un semplice colpo di tosse, specialmente nei luoghi di maggiore aggregazione di pubblico, come ad esempio nelle palestre o nelle scuole.
Ovviamente, ci sono diverse forme della patologia, come ad esempio quella asettica, che non è mortale e maggiormente contagiabile. Tre le forme più gravi invece, quella batterica, della quale era stato affetto lo studente romagnolo.
I sintomi principali di questa malattia presentano febbre alta, sonnolenza, con la possibile alterazione dello stato di coscienza e una forte emicrania.
La meningite batterica è la forma meno frequente in assoluto di questa patologia: la media dei casi in Italia, ogni anno, si aggira attorno agli 800 e la sua terapia si limita all'assunzione di antibiotici e corticosteroidi per alleviare l'infiammazione delle meningi.
È il secondo caso in sei mesi che coinvolge la città di Imola, dopo quello del sessantaseienne deceduto nel maggio scorso dopo averne contratto una forma fulminante.