Non si placa la bufera che ha travolto Carlo Tavecchio il giorno dopo le sue dimissioni. La vicenda è ormai nota: una tesserata della FIGC ha rivelato di aver subito delle molestie sessuali da parte suo ormai ex presidente. Nuovi particolari sull’accaduto sono emersi nel corso di un'intervista radiofonica durante il programma “La zanzara” di Radio 24 al legale della donna, Michele Cianci. L’avvocato ha spiegato che non esiste ancora nessuna denuncia in attesa delle trascrizioni dei vari file audio che conterrebbero frasi esplicite. Inoltre ha ribadito l’esistenza di un filmato in cui si vedrebbero chiaramente delle violenze sessuali, dei palpeggiamenti al seno.

L'accusatrice resta anonima

Il video sarebbe opera della stessa vittima, che si era recata nell’ufficio di Tavecchio per motivi di lavoro. Si tratterebbe di una donna sposata e con figli di cui tuttavia il legale preferisce non rivelare il nome. “Finché non deposito la denuncia, non dirò nulla – spiega Cianci – se la mia assistita dovesse cadere dal marciapiede o essere investita da una moto io mi sentirei comunque responsabile”, la documentazione in possesso della dirigente sarebbe molto forte e non riguarderebbe solo le molestie, ma altre situazioni importanti relative alla Figc. Secondo l’avvocato ci sarebbero prove schiaccianti, tanto che se Tavecchio fosse un suo assistito lo inviterebbe a patteggiare.

Tuttavia sono passati oltre sei mesi dai fatti; siamo quindi fuori dai termini per una denuncia penale, ma non per quella in sede civile con richiesta di risarcimento dei danni.

La reazione di Tavecchio

Di fronte a queste gravi accuse, Tavecchio non ha perso tempo, rivolgendosi subito ai suoi legali per tutelare la propria immagine ed onorabilità. E la risposta non si è fatta attendere: “Arrivare a simili calunnie contro chi, solo poche ore prima, dimettendosi dalla Figc, ha vissuto uno dei momenti più drammatici della propria vita è un atteggiamento indegno – hanno dichiarato i difensori dell’ex presidente – i responsabili dovranno rispondere in tribunale, perché per loro è già pronta una querela per diffamazione”.

In particolare si fa notare come la donna abbia atteso tanto tempo prima di denunciare episodi che sarebbero accaduti nel corso dei tre anni del mandato di Tavecchio. Insomma si lascia intendere che si tratti di un caso di “molestie ad orologeria”. Dal canto suo l’avvocato della vittima ribadisce che non c’è nessuna strumentalizzazione, ma che la signora si sia sentita libera di parlare solo dopo le dimissioni di quello che era il suo presidente. “Non affiderei mai mia figlia ad uno come lui”, spiega Cianci, raccontando anche di come l’ex dirigente dicesse di sentirsi sicuro nel suo ufficio, perché sottoposto a bonifiche ogni venti giorni. Lo scontro tra le parti è ormai aperto, dovremo aspettare che le denunce siano formalizzate per scoprire chi dice la verità.