Una decisione inaspettata. La corte D'appello di Palermo ha sensibilmente ridotto la pena da scontare emessa dai tribunali in primo grado, nei confronti di due noti estorsori. Giovanni Buscemi e Carlo Russo condannati in precedenza a 16 anni di carcere per mafia ed estorsioni, hanno avuto un notevole sconto da parte dei giudici del capoluogo siciliano. I magistrati hanno dato al Buscemi 10 anni e 8 mesi mentre al Russo 13 anni di prigione. Hanno invece confermato l'assoluzione per Marco Neri. I tre uomini erano finiti in giudizio dopo l'aggressione a colpi di martello nei confronti di un commerciante che non voleva pagare il pizzo.

In primo grado inoltre sono stati assolti anche Angelo De Stefano e Cherki el Ghana questi ultimi erano finiti in manette per avere addirittura tentato di uccidere la vittima.

La vicenda

Un commerciate di casalinghi che possedeva un negozio nel quartiere Noce a Palermo era stato picchiato il 2 novembre 2013. L'uomo era stato preso a colpi di mazzuolo nella stessa strada dove lavorava. Per la mafia la vittima era colpevole di avere aperto un'attività commerciale, senza avere chiesto il permesso. In più non voleva pagare il pizzo agli estorsori. Secondo le dichiarazioni rese dall'uomo agli inquirenti, i ricattatori avevano anche praticato uno sconto al negoziante, ma quest'ultimo si era rifiutato lo stesso di assecondare le richieste dei suoi aguzzini anzi, aveva bluffato dicendo loro di essere andato a denunciare la vicenda agli inquirenti.

E per questo i malavitosi gli avevano anche affibbiato il nomignolo di "sbirro".Così la mafia aveva decretato per lui una punizione esemplare, occorreva che il rivenditore soggiacesse alle loro persecuzioni e senza fare storie. E in quel 2 novembre era stata organizzata una spedizione punitiva nei confronti del commerciante, che doveva servire da monito a tutti gli altri bottegai della città.

Il venditore era stato aggredito proprio davanti al suo esercizio commerciale da più uomini.

Le indagini degli investigatori

Le indagini degli inquirenti erano partite dalla denuncia del commerciate. L'aggressione era stata ripresa interamente dalle telecamere di sorveglianze poste al di fuori del negozio. Inizialmente erano stati implicati anche altri uomini nella vicenda.

Giuseppe Castelluccio e Massiliano Di Majo, questi ultimi sono stati condannati però in primo grado, con rito abbreviato a 16 anni di carcere. Gli altri invece erano finiti in giudizio incastrati anche dalle immagini delle telecamere.