Una notizia, quella che vi stiamo per raccontare, che sicuramente porterà a numerose discussioni in merito all'accaduto. Una donna, infatti, diede fuoco e uccise l'uomo che si era reso protagonista di violenze sessuali nei confronti della figlia di appena tredici anni, ragion per cui era stata posta in stato di fermo, processata e condannata alla reclusione. Tuttavia, dopo quattro anni dall'inizio del suo stato di detenzione, la donna verrà presto liberata grazie alla libertà vigilata. Secondo quanto riportato da diverse fonti, infatti, per la vicenda riguardante la donna in molti si erano mobilitati affinché venisse graziata dalla giustizia.
Presto libera la donna che uccise lo stupratore di sua figlia
La donna iberica, Maria del Carmen Garcia, era stata arrestata nel 2013 affinché scontasse una condanna di quasi sei anni che le era stata inflitta dalla Corte Suprema a causa dell'insano gesto di vendetta compiuto in difesa della figlia, ma, prima delle feste natalizie, avrà l'opportunità di tornare a vivere la sua vita a condizione che questa porti un braccialetto elettronico al braccio. Per far ciò che tutto questo sia reso possibile, sono state tante le mobilitazioni da parte di sindacati, partiti e associazioni che hanno manifestato in favore della donna e madre di una vittima di abusi sessuali a soli tredici anni.
Prima lo stupro della figlia, poi il carcere e successivamente la vendetta atroce della madre
La storia cominciò nel 1998, quando la figlia fu minacciata con un coltello da un vicino di casa e costretta ad avere un rapporto sessuale con lui. Immediata fu la denuncia da parte della famiglia, così come l'arresto del muratore sessantaduenne, anche se il nucleo familiare della vittima fu costretta a trovarsi un'altra sistemazione perché i vicini non credevano al racconto della ragazzina.
Nel 2015, invece, l'uomo, uscito di prigione grazie ad un permesso premio, incontrò la madre della vittima per strada ed è proprio in quel momento che la donna escogitò il suo piano. Mentre l'uomo si rivolse alla donna come se nulla fosse accaduto e chiedendole come stava la figlia, la donna si informò sul luogo nel quale si sarebbe recato lo stupratore, lo raggiunse e lo bruciò vivo cospargendolo di benzina.
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