Tra le tante notizie ipoteticamente catastrofiste che giungono dalla penisola coreana, passa quasi in secondo piano quella più importante che, probabilmente, potrebbe aprire più di uno spiraglio al dialogo. Il sottosegretario generale per gli Affari Politici dell'ONU, Jeffrey Feltman, è in visita ufficiale in Corea del Nord ed ha incontrato importanti rappresentanti del governo presieduto da Kim Jong-un. Il valore di questa notizia in prospettiva di una possibile soluzione alla crisi è estremamente elevato, si tratta della prima volta dopo sei anni che un alto rappresentante delle Nazioni Unite si reca a Pyongyang.

La speranza di 'colloqui onesti'

Secondo quanto riportato dall'agenzia giapponese Kyodo, Feltman ha incontrato il vice ministro degli esteri nordcoreano, Pak Myong-guk. Quest'ultimo avrebbe espresso la speranza di "colloqui onesti". Sempre secondo i media nipponici, alla riunione hanno preso parte anche i funzionari della Corea del Nord che partecipano al Programma di sviluppo ONU. Feltman si tratterrà quattro giorni a Pyongyang, è decollato il 5 dicembre da Pechino con un volo di linea nordcoreano (della Air Koryo, ndr) ed il primo rappresentante del regime che lo ha ricevuto è stato il ministro degli esteri, Ri Yong-ho. Sulla missione in Corea del rappresentante per la politica estera del Palazzo di Vetro si è epresso molto positivamente Wang Dong, docente presso l'Università di Pechino e, certamente, tra i maggiori esperti cinesi di politica internazionale.

Per Wang "l'apertura di Pyongyang nei confronti della visita del funzionario delle Nazioni Unite è un passo importante, certamente un segnale positivo e se la visita di Feltman avrà successo crediamo sia possibile esercitare una certa persuasione nei confronti del governo della Corea del Nord".

L'importanza della missione

La tensione è ai massimi livelli ed è quasi inutile sottolineare che l'ultimo test missilistico nordcoreano e le successive dichiarazioni del regime che si è autoproclamato potenza nucleare, ma anche le visioni per nulla rassicuranti di molti analisti militari che hanno sottolineato gli enormi progressi sulle capacità balistiche di Pyongyang, stanno alimentando le stime allarmanti dei catastrofisti di mezzo mondo.

La risposta degli Stati Uniti, per il momento, sta tutta nell'imponente esercitazione che vede coinvolte le forze aeree di Washington con quelle della Corea del Sud, certamente una grande dimostrazione di potenziale bellico tant'è che la propaganda del regime nordcoreano ha annunciato che "gli Stati Uniti stanno portando il mondo verso la guerra nucleare".

In realtà c'è anche una seconda possibilità e la visita di Feltman a Pyongyang potrebbe essere un segnale in tal senso, ed è quella che Kim Jong-un possa aver raggiunto il suo scopo, cioè quello di essere riconosciuto dalla comunità internazionale come leader di un Paese nucleare e che, dunque, sia anche disposto a sedersi ad un tavolo negoziale. Non che questo ponga la situazione in discesa: difficile che a questo punto Kim rinunci agli esperimenti per lo sviluppo nucleare delle sue forze armate, ma questo rappresenta la condizione minima per la quale anche i rappresentanti americani accetteranno di sedersi con lui. Allontanare lo spettro di una guerra catastrofica, comunque, sarebbe già un bel passo avanti.