Interrogato dagli inquirenti, Mattia Del Zotto (27 anni) ha fatto con freddezza e impassibilità alcune inquietanti affermazioni circa il suo menefreghismo riguardante le autorità e la sua attuale situazione. "Non riconosco la vostra autorità, non mi interessa nemmeno nominare un avvocato - ha detto - io mi difendo da solo, e da solo dico quello che so". Il serial killer è stato arrestato lo scorso 6 Dicembre presso la villa di via Fiume 12, a Nova Milanese (Milano). Il ragazzo abitava assieme ai genitori, era disoccupato e si era chiuso in sé stesso da molto tempo, spezzando qualsiasi legame con la società.
Le accuse a suo carico sono terribili: avrebbe avvelenato con il tallio alcuni suoi famigliari uccidendo i nonni paterni ed una zia. Altri cinque parenti di Del Zotto sono stati molto male dopo aver ingerito il veleno a loro insaputa, ma sono ancora vivi.
Mattia Del Zotto: le cause di una strage insensata
Il giovane, almeno inizialmente, non ha voluto spiegare il motivo dei suoi efferati omicidi ai carabinieri, limitandosi a dire: "Rimarrete sempre con il dubbio". In seguito ha affermato: "L'ho fatto perché dovevo rendere puri gli impuri". Spiegazioni insensate e malate che rendono ancora più torbido ed inquietante il triste caso di Cronaca Nera. Mattia pare essere stato sempre single. Gli sono state fatte anche alcune domande circa la sua vita sentimentale, ovvero se avesse mai avuto un'amore e se avesse avuto delle esperienze intime.
Il giovane si sarebbe limitato a rispondere: "Mai provato tali impulsi". Come apprendiamo dal settimanale Giallo diretto da Andrea Biavardi, se le forze dell'ordine non avessero fermato il 27enne, probabilmente avrebbe sterminato l'intera famiglia.
Mattia Del Zotto: ecco come tutto ha avuto inizio
Tuttavia, è bene procedere con ordine e analizzare gradualmente la vicenda.
Tutto è iniziato lo scorso 23 Settembre, quando la zia di Mattia, Laura Del Zotto, aveva accusato un forte malessere fisico. Poco dopo, anche sua sorella Patrizia (62) aveva iniziato a stare poco bene. In seguito anche il padre e la madre delle due donne: Giovanni Battista e Maria Gioia Piana Del Zotto (rispettivamente 94 e 87 anni).
Alla fine di Settembre, i quattro erano stati ricoverati in ospedale. Assieme a loro, anche il marito di Patrizia, Enrico Ronchi, e la signora Serafina Pogliani, che ricopriva il ruolo di badante dei Giovanni Battista e Maria Gioia.
Con loro grande scoperta, i medici avevano scoperto che i soggetti erano stati avvelenati con del tallio, una pericolosissima sostanza che un tempo venivano adoperata per produrre topicidi e pesticidi. Tuttavia, dato l'elevato livello di tossicità, ne fu in seguito proibito l'uso. Patrizia è morta lo scorso 2 Ottobre e poche ore dopo anche suo padre. Alle vittime si è aggiunta in seguito la povera Maria Gioia. Sono dunque iniziate le indagini dei carabinieri per comprendere come la famiglia Del Zotto fosse venuta a contatto con il tallio.
E' stato dunque interrogato l'altro figlio dei due anziani, Domenico Del Zotto, uno dei pochi membri che risultava non essere venuto a contatto con il veleno.
Gli inquirenti hanno dunque concentrato i loro sospetti sulla casa della famiglia sita a Nova Milanese, ove sono stati sequestrati alimenti e diversi materiali. Ma gli avvelenamenti da tallio continuavano intanto: infatti, a metà Novembre sono finiti in ospedale anche Alessio Palma e Maria Luisa Pedon. Le indagini si erano dunque concentrate sulla famiglia di Domenico, composta da lui, sua moglie Cristina Palma e il loro figlio Mattia.
Mattia Del Zotto: in carcere anche 'grazie' ai genitori
Gli inquirenti avevano compreso che proprio Mattia, il figlio di Domenico, nascondesse qualcosa: quel giovane così timido e riservato, interrogato dai carabinieri, aveva fornito descrizioni un po' inquietanti.
Gli investigatori erano divenuti inoltre diffidenti, dopo la descrizione del giovane fatta dai suoi parenti. Proprio Mattia era la chiave del mistero. Gli stessi inquirenti erano stati aiutati dai genitori, che avevano indirizzato le indagini su alcuni effetti personali del 27enne: lo smpartphone ed il PC. La risoluzione del caso è avvenuta proprio analizzando il PC di Mattia da cui erano emersi elementi interessanti e prove incontrovertibili: documentazioni circa una sostanza velenosa e contatti con diverse ditte per l'acquisto di arsenico. Il cerchio si è dunque chiuso con tanto di arresto.
Mattia Del Zotto: per lui, gli impuri andavano eliminati
Mattia Del Zotto si era convertito all'ebraismo e da qualche tempo avrebbe seguito (secondo alcune voci) una non meglio specificata via religiosa, che avrebbe avuto effetti negativi sulla già labile psiche del ragazzo.
Mattia si sarebbe fatto condizionare da questa nuova "filosofia di vita". Del resto, un lavaggio del cervello sul giovane sarebbe stato facile a causa della sua depressione e fragilità dopo la perdita del lavoro. Mattia provava avversione per la chiesa cattolica, tanto da giudicare negativamente alcuni comportamenti di Papa Francesco. Da ebreo quale si professava, secondo il suo ragionamento, la società doveva essere epurata dalle persone che lui considerava 'impure'. Per aggiornamenti su questo ed altri casi di cronaca nera, continuate a seguirci.