Roma questa sera non fa la stupida, ma piange, piange tra i monumenti, tra le rovine imperiali, tra i campanili papali ma soprattutto piange nel silenzio delle sponde del Tevere. Si chiamava Lando, era trasteverino e da tale lui Roma ce l'aveva nel sangue, cantava le canzoni antiche mentre lavorava come barbiere e inseguito tra i vicoli della sua città. Sì, perché Roma sapeva apprezzarlo. Roma Caput Mundi quando cantava Lui si azzittiva proprio come fa oggi piangendo la sua scomparsa.
Ciumachella de Trastevere
Comincia così la sua carriera. Dopo aver vinto il cantagiro, interpreta come cantastorie la commedia musicale Rugantino di Garinei e Giovannini, Ciumachella de Trastevere diventa la canzone del popolo romano, Compare in "Storia de fifa e de Cortello - Er seguito der Più" affiancando Franco Franchi e Ciccio Ingrassia e continua così la sua carriera di Cantastorie Romano raccontando di una città eterna, di un popolo che canta e soffre ma che non perde mai la dignità.
Cento Campane, Er Barcarolo Romano e Nina, storie vere o false, diventano gli inni della sua città, una città fatta di sogni, di speranze perché per lui Roma è anche questo. Firma sigle di sceneggiati televisive e di trasmissioni popolarissime come:"Ciao torno subito"e "il segno del comando" e nel successo resta umile e amato dalla gente, Quando lui canta ormai si sentono tutti romani. Nei Caffè, nelle sale da te, nei cinema, nei teatri non solo Romani e anche nelle case italiane tutti ormai conoscono le sue canzoni e tutti le cantano. così si diventa immortale e lui lo è diventato.
Roma non far la stupida stasera
E torniamo a Rugantino, alla figura del cantastorie. Non si inventa niente di nuovo, ma del vecchio Lando fa tesoro e scolpisce su misura ai personaggi gli stili musicali che li rappresenteranno.
La figura del cantastorie, tanto conosciuta nell'antica Grecia rivive nelle note che accompagnano lo spettacolo musicale. Un cantastorie che racconta la vita della sua città, questo diventa Lando Fiorini e chi se non un romano come lui, trasteverino, poteva far rivivere questa figura storica quasi a voler ripercorrere la leggenda cantata da Virgilio nell'Eneide dal quale nasce la città di Roma.
Lando è stato tutto questo, narratore, cantante, cantastorie quasi a voler coniare un nuovo termine: "Cantattore".
Ciao Lando
Solo chi non lascia niente muore per davvero, è più o meno questo il pensiero di Foscolo e proprio per questo che citandolo lo salutiamo, salutiamo la voce di una città, di un popolo, addirittura di una nazione.
Siamo tristi, siamo smarriti, chi ama la musica oggi piange, chi ha cantato le sue canzoni oggi si è svegliato con i motivi dei suoi brani nella testa. Ora lo possiamo dire: "Ciao Lando oggi siamo tutti un po Romani"