A pochi giorni di distanza dall'arresto di Norbert Fehrer, dopo una latitanza durata quasi 9 mesi, l'assassino sembra avere accettato di raccontare agli inquirenti quello che ha fatto in questi anni che ha vissuto in vari paesi europei. Nella giornata di ieri è comparso davanti al giudice del tribunale di Alcaniz, scortato da diversi uomini della sezione antiterrorismo della Guardia Civil spagnola. Nonostante il freddo pungente indossava una maglietta a maniche corte. Presenti fuori dal tribunale anche i Carabinieri giunti sul posto da Bologna, che però non hanno potuto assistere all'udienza e sono rimasti fuori insieme ai giornalisti.

Igor parla in italiano

Nonostante sia serbo il killer ha preteso di parlare in italiano, avanzando la richiesta di un interprete. Alla domanda del giudice se accettava la richiesta di estradizione ha detto di sì. Poi ha dichiarato di essere entrato in Spagna e di non essere riuscito a trovare un'occupazione. Quando è arrivato l'interprete richiesto, Fehrer ha parlato per ben quattro ore, riconoscendo le sue responsabilità per gli omicidi commessi in territorio spagnolo. Non ha detto niente invece sulla scia di sangue che si è lasciato dietro nel nostro paese. Ha raccontato ai giudici di avere vissuto in 8 nazioni diverse facendo ricorso a 18 identità false. Su come sia riuscito a scappare dall'Italia nonostante fosse braccato da centinaia di uomini e arrivare in Spagna al momento non ha fornito informazioni.

Le ipotesi investigative

L'ipotesi più accreditata è quella che abbia viaggiato insieme a qualche camionista, ma al momento non è possibile escludere che si sia sposato a bordo di uno di quegli autobus utilizzati sovente dalle badanti dell'Est che viaggiano in Europa. E' possibile che sia giunto in Austria dal passo del Brennero e che sia rimasto li alcuni giorni prima di recarsi in Spagna. Secondo un'altra ipotesi investigativa attualmente non suffragata da alcun elemento avrebbe potuto viaggiare confondendosi tra un gruppo di pellegrini in viaggio verso qualche santuario spagnolo. Per capire chi lo ha aiutato durante la latitanza gli inquirenti confidano nelle informazioni che potranno emergere dai supporti informatici di cui era in possesso al momento dell'arresto: un telefono cellulare, un computer portatile e una chiavetta usb.

Il giudice italiano che coordina l'inchiesta su Igor aperta dal tribunale di Bologna ha già avanzato la richiesta di acquisire il verbale e l'audio dell'interrogatorio, inoltre chiederà alla giustizia spagnola di poter collaborare nello svolgimento delle indagini e negli accertamenti tecnici. Per quanto concerne la richiesta italiana di estradizione al momento sembra escluso che questa possa arrivare, tuttavia potrebbe essere accompagnato nel nostro paese per essere processato.