Ha accettato di essere consegnato all’Italia dalle autorità spagnole Norbert Feher, balzato agli onori della cronaca come igor Vaclavic ‘il russo’, arrestato lo scorso 14 dicembre in Spagna presso Teruel, dopo una latitanza di ben nove mesi.

Feher era noto in Italia come il ‘killer di Budrio’ per aver assassinato durante un tentativo di rapina il barista Davide Fabbri il primo aprile 2017, oltre che la guardia ecologica Valerio Verri, imbattutosi nel serbo pochi giorni dopo il delitto, ed il ferimento a colpi d’arma da fuoco dell’agente provinciale Marco Ravaglia a Portomaggiore.

La cattura

Tra mercoledì e giovedì il fuggiasco era stato poi intercettato dalla Guardia Civil in una fattoria nella comunità autonoma di Aragona, dove avrebbe aperto il fuoco contro gli agenti uccidendone due, Victor Espinosa ed il trentenne Victor Perez, oltre che José Luis Iranzo, l’agricoltore trentanovenne che stava accompagnando le forze dell’ordine giunte in quella zona per indagare su un altro caso di rapina avvenuto pochi giorni prima.

A seguito dello scontro, Igor si era allontanato a bordo di un pick-up e dopo un incidente sulla strada di Cantavieja, dove si era schiantato contro un masso, era stato poi arrestato dagli agenti spagnoli intorno alle 2:50 del mattino.

Il consenso all'estradizione

Nella giornata odierna le fonti dell’Audiencia Nacional iberica fanno sapere che durante il processo tenutosi questa mattina alla presenza del giudice Carmen Lamela in videoconferenza dal tribunale di Alcañiz, il sospettato trentaseienne avrebbe accettato l’estradizione in Italia.

Lamela, infatti, dopo aver raccolto le dichiarazioni circa i tre omicidi di cui è accusato, avrebbe chiesto all’imputato di esprimere la sua volontà circa l’essere consegnato alla giustizia italiana e Feher, attraverso il supporto di un interprete italiano avrebbe dato il suo consenso nella nostra lingua, aggiungendo di trovarsi in territorio iberico da settembre e di essere attualmente disoccupato.

È dunque previsto che il serbo venga trasferito nel nostro Paese, ma solo dopo aver risposto delle sue responsabilità penali in Spagna in relazione ai delitti di Teruel.

Le indagini sulla latitanza

Intanto si continua ad indagare nel tentativo di ricostruire la rete di contatti utilizzata dal killer durante i lunghi mesi di latitanza, e sono circa cinquecento le persone che attualmente sono controllate dalle autorità italiane che avrebbero in qualche modo potuto avere un ruolo nella fuga di Feher.