Dalla prossima primavera 2018 non dovrebbe più verificarsi alcun ritardo di comunicazione tra i cittadini e la Pubblica Amministrazione. Sia che si tratti di un atto giudiziario o di un avviso di accertamento dell'Agenzia delle Entrate, o ancora di una comunicazione dell'ente previdenziale di appartenenza circa un rimborso, così come di tutte le comunicazioni dell'autorità comunale, queste giungeranno sempre a destinazione nei tempi previsti, poiché le vecchie Raccomandate a/r verranno sostituite e soppiantate dal domicilio digitale unico per ogni cittadino del nostro Paese.

Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera all'introduzione di questo sistema a partire proprio dalla prossima primavera.

Come funzionerà il domicilio digitale

Ad oggi, nei rapporti con la pubblica amministrazione, il cittadino-utente deve, sempre più di frequente, armarsi di pazienza e rassegnarsi a lunghe ed estenuanti attese presso l'ufficio pubblico di turno. Dalla prossima primavera, invece, secondo quanto stabilito dal Consiglio dei Ministri, questo non dovrebbe più accadere.

Il domicilio digitale, alla cui realizzazione il Governo ha impresso un'accelerazione, e che era già stato inserito nel Codice dell'Amministrazione Digitale, dovrebbe consentire di gestire gran parte dei rapporti con la pubblica amministrazione direttamente da casa per via telematica.

Tutte le comunicazioni, infatti, che arriveranno al domicilio online liberamente scelto da ogni cittadino privato o impresa, avranno pieno valore legale.

Per dovere d'informazione, occorre precisare che le imprese e i professionisti hanno già a disposizione il domicilio digitale. Dunque il decreto approvato ieri, 12 dicembre 2017, mira ad estendere questo strumento a tutti i soggetti privati o persone fisiche.

Chi gestirà il domicilio digitale dei soggetti privati?

Secondo quanto previsto dal decreto appena approvato, la gestione del registro dei domicili digitali sarà affidata ad Infocamere, la società di informatica delle Camere di Commercio. I singoli cittadini dovranno, quindi, recarsi presso la Camera di Commercio, registrare il proprio indirizzo di posta elettronica certificata che, da quel momento, diverrà il loro domicilio digitale.

Da quel momento, ogni pubblica amministrazione sarà giuridicamente obbligata ad inviare le proprie comunicazioni al cittadino solo ed esclusivamente attraverso questo canale. Secondo Guido Scorza, responsabile Affari regolamentari del Team per la Trasformazione Digitale della presidenza del Consiglio, dovrebbe essere tutto pronto per la primavera del 2018.

Il decreto appena approvato, infine, prevede l'istituzione di un unico difensore civico digitale che dovrebbe svolgere un'attività di "moral suasion" in caso di controversie tra il cittadino-utente e la pubblica amministrazione, ma senza effettivi poteri sanzionatori.