L'hating on line è un fenomeno sempre più diffuso, che si manifesta secondo le medesime dinamiche in ambiti molto diversi tra loro: dal rap alla politica, dal gossip alla cronaca, dallo sport alla televisione. Ma chi è veramente un hater nel 2017? Esistono dei casi patologici o diventiamo tutti un po' haters nel momento in cui commentiamo qualcosa in maniera deliberatamente 'cattiva', sfruttando il parziale anonimato del web.

Gli Haters secondo Saviano

A queste e ad altre domande ha provato a rispondere Roberto Saviano, con un breve video caricato su 'Gomorra Channel' nella giornata di ieri, queste le sue parole:

'Haters, ecco il tema di cui voglio parlare oggi.

In genere si tende a dividere in due: hater o buonista. Io detesto la parola buonista, la trovo un aborto linguistico, qualcosa che mette insieme un arcipelago di posizioni, decisioni, basta mostrarsi sensibili, in un'espressione o su un argomento.

Basta non essere crudeli, basta ragionare con un vettore che non vada verso la violenza, verso il conflitto, basta commuoversi o empatizzare per essere definiti buonisti. Ma allora chi non è buonista ? Chi insulta, chi prende posizioni ciniche, gelide e distanti. Chi prende per il cu*o, chi prende in giro, che è diverso. Chi critica invece no, perché io vengo accusato di essere buonista anche quando critico. Quindi io detesto la parola 'buonista'.

Ci può essere una posizione ingenua, ci può essere una posizione romantica, ci può essere addirittura una posizione superficiale, ma questo che cavolo c'entra con l'essere buonista ? E' solo un modo per delegittimare la più impronunciabile delle parole: bontà.

Mi piace immaginare gli haters come dei grandi produttori di m***a.

Il tema però diventa più complesso quando noi diventiamo vettori dei messaggi degli haters, non ci vuole niente. Basta essere un attimo imprudenti, agire con lo stomaco, dire una battuta, e diventi foriero di odio, e l'odio spesso diventa fake news. State attenti a non diventare mai ufficio stampa degli haters.'

Il ringraziamento agli haters

Lo scrittore ha concluso il suo discorso spiegando come, secondo il suo punto di vista l'unico risultato ottenuto dai cosiddetti haters sarebbe sostanzialmente opposto a quello voluto, questi ultimi infatti non farebbero altro che accrescere la popolarità dei personaggi che detestano, queste le parole del noto scrittore campano:

'Non si diventa haters scegliendo le parole, cercando di empatizzare con l'altro, di mettersi nei suoi panni.

L'hater non critica, avvelena i pozzi, sputa. Non c'entra niente con il dibattito, con la critica [..] l'hater butta me***a, che va sul seme della parola contro cui lui butta m***a, e il seme diventa rigoglioso, spunta dal terreno vivo. Quindi cari haters, continuate a buttare m***a, concimate. Alla fine di tutte queste parole quindi c'è una sola verità: cari haters andatevene af******o'.