Un uomo è stato arrestato a Milano per tentato omicidio dai carabinieri per aver preso a sprangate con una lastra di ferro un 31enne che stava aspettando il tram 9 tra il viale Sabotino e via Ripamonti.

L'aggressione è avvenuta intorno alle 22:30 di ieri, ad avvisare i Carabinieri è stata una ragazza che mentre stava aspettando l'arrivo dei mezzi pubblici si è accorta di un uomo che sceso dal tram si aggirava in zona con un atteggiamento minaccioso.

La testimonianza della ragazza

La ragazza afferma di aver visto l'aggressore dare un calcio a un bidone della spazzatura e cercare di sradicare un paletto dal terreno, inoltre dichiara di aver notato l'uomo recuperare una spranga di ferro lunga circa un metro da dietro una edicola.

Con questa spranga poi l'uomo si è avvicinato alle spalle della vittima un 31enne, cittadino serbo colpendolo più volte sulla testa e lasciandolo a terra in una pozza di sangue.

Secondo la ricostruzione dei carabinieri tra i due non c'era nessun tipo di relazione, non si erano mai visti prima.

L'arresto dell'aggressore

La vittima stava aspettando il tram e non è riuscito ad accorgersi dell'arrivo dell'aggressione perché in quel momento stava l'ascoltando la musica con gli auricolari.

Dopo l'aggressione l'uomo camerunense è scappato lungo la via Ripamonti, ma i carabinieri del Radiomobile sono riusciti ad arrestarlo.

I carabinieri pensano che l'aggressore era in uno stato di alterazione psicofisica provocato probabilmente dall'assunzione di qualche stupefacente ma dovranno fare degli accertamenti per verificare ciò.

La vittima è stata trasportata in gravi condizioni al Policlinico in quanto presenta diverse fratture alla teca cranica, i medici non hanno ancora sciolto la prognosi.

L'uomo non si trova in pericolo di vita ma nelle prossime ore dovrà essere sottoposto a un intervento chirurgico.

Questo episodio di aggressione ricorda molto ciò che successe a Niguarda a maggio del 2013 dove un cittadino Ghanese, Adam Kabobo uccise con un piccone tre passanti.

Anche in quel caso l'arma era stata ritrovata per strada in un cantiere che si trovava li vicino.

In quel caso il trentaquattrenne di Kabobo era stato condannato per vent'anni e i giudici gli avevano riconosciuto dei problemi parziali di mente condannandolo anche a tre anni di casa di cura, si trattava di una misura di sicurezza ulteriore per la sua pericolosità sociale.