Si era presentata alla guardia medica di Cantù, ma quando si è ritrovata di fronte il dottor Andi Nganso, trentenne - nato in Camerun, ma residente in Italia da 12 anni -, ha pensato bene di rinunciare alla visita e di lasciare l'ambulatorio asserendo, piccata, «Non mi faccio toccare da un negro». Lo sconcertante episodio di razzismo, reso noto dallo stesso Nganso (e portato alla ribalta dal quotidiano locale "La Provincia di Como"), è accaduto qualche giorno fa. Il medico, che quel giorno era di turno in ambulatorio, sebbene disorientato dalla reazione spropositata della donna, ha reagito con un pizzico d'ironia, commentando l'episodio con una battuta: "Non ti fai toccare da un medico ‘negro' ?
Io ti ringrazio. Ho 15 minuti per bere un caffè". Il post, per onor di cronaca, terminava con un insulto, piuttosto chiaro anche se autocensurato, alla donna. Ovviamente, l'ironica risposta, è diventata virale e, nel giro di poche ore, ha fatto incetta di "mi piace" e di condivisioni.
Andi Nganso, che dopo essersi laureato all'Università degli Studi dell'Insubria ha prestato servizio anche al centro di accoglienza di Bresso e di Lampedusa - ha poi spiegato che è medico da due anni e non è la prima volta che si rende conto che alcuni pazienti sono sorpresi di fronte ad un dottore di colore; comunque mai nessuno ha reagito in maniera tanto violenta, anche se molte persone hanno faticato a celare il loro disappunto.
Dopo aver ammesso di essere rimasto spiazzato dalla reazione della donna, Andi Nganso, ha voluto raccontare un episodio più positivo, durante il quale una bambina, stupita, gli hanno notare che era molto gentile e, per questo non si spiegava come mai i genitori le dicessero di non rivolgere la parola agli uomini di colore.
Quanto è accaduto in ambulatorio ha scatenato una serie di reazioni indignate, sui social network (dove in molti hanno lasciato messaggi di solidarietà e hanno riportato di "episodi di quotidiana discriminazione"); anche il mondo delle istituzioni, per una volta, non è rimasto a guardare: il vicesindaco del centro brianzolo, Matteo Ferrari, ha infatti, dichiarato che si è trattato di un episodio deplorevole e spera che che la donna possa venire identificata.
Poi, dopo aver espresso la sua solidarietà non solo al medico, ma anche alla struttura sanitaria e a tutti coloro che, nonostante tutto, investono il proprio tempo ad aiutare gli altri, ha ricordato che i canturini sono "cittadini seri e perbene" e non possono permettere che accadano cose simili.