Mercoledì prossimo, 10 gennaio, l’aula del Consiglio di Stato, nello splendido scenario di Palazzo Spada a Roma, dovrà decidere sulla destituzione del magistrato Francesco Bellomo. Il giudice amministrativo è sotto inchiesta da parte di tre procure (Bari, Piacenza e Milano) per presunte molestie sessuali compiute durante i corsi preparatori per diventare magistrato, organizzati dalla sua scuola privata. Sotto accusa sono le regole di comportamento imposte ai suoi allievi, soprattutto di sesso femminile, costretti secondo l’accusa ad adottare un codice di abbigliamento (dress code) e a rispondere a domande imbarazzanti di natura privata (come frequentazioni amorose, esperienze sessuali etc).
Le indagini sono partite dalla denuncia di alcune coraggiose studentesse e dalla lettera scritta dal padre di una di loro. Bellomo, tra il silenzio generale della politica, naturalmente nega tutto minacciando querele e ritorsioni legali. Non la pensa così Daniela Santanchè, la berlusconiana ora in Fratelli d’Italia che, ospite della trasmissione Non è l’Arena, condotta da Massimo Giletti (puntata del 7-01-2018), si scaglia con coraggio contro Bellomo chiedendo l’aiuto delle altre donne (politiche, giornaliste, intellettuali), rimaste finora colpevolmente mute.
Le accuse di Rosa Calvi a Bellomo
Una delle grandi accusatrici del magistrato amministrativo Francesco Bellomo è l’avvocato 28enne Rosa Calvi.
La giovane donna racconta di come Bellomo, durante un “colloquio conoscitivo”, le abbia posto domande fuori luogo come ‘Quanti fidanzati hai avuto?’, ‘Quali esperienze hai avuto?’. Richieste a cui la Calvi, se pur rispettosamente, in quanto studentessa di fronte al suo insegnante, si sottrasse coraggiosamente. La Calvi, secondo Bellomo, avrebbe dovuto perdere cinque chili in un mese e sottoporsi ad una cura a base di punture per far sparire le occhiaie.
Inoltre, l’avvocato conferma un tentativo di baciarla compiuto dal consigliere di Stato. “Guarda che era un bacio di affetto – si sarebbe giustificato Bellomo – perché io non do baci sulle guance”.
Santanchè furiosa: ‘La magistratura lo deve cacciare’
Una testimonianza drammatica, quella di Rosa Calvi, a cui si aggiungono diverse denunce anonime, che fa saltare sulla sedia sia la giornalista Myrta Merlino che Daniela Santanchè, ospiti negli studi di Non è l’Arena.
“Le parole di questa ragazza sono parole che le donne, e mi auguro tutti gli uomini, non vorrebbero mai sentire, ma c’è una cosa più grave perché credo che la magistratura abbia veramente l’occasione per rivalutarsi perché questo signore (Bellomo ndr) è un magistrato che domani può giudicare chiunque. Io credo che questo signore abbia dei problemi, perché uno che si comporta in questo senso vorrei che la magistratura lo cacciasse, lo radiasse, non può più fare niente”.
‘Dove sono le femministe e le donne di sinistra?’
Di fronte alle assurde regole del codice di comportamento imposto da Bellomo alle borsiste (lunghezza delle gonne, dei tacchi, scollatura delle camicette), Daniela Santanchè non si tiene più e sbotta “Il caso Bellomo mi ha fatto letteralmente saltare sulla sedia perché non credevo - accusa - che ci potessero essere ancora uomini così che usano il proprio potere per arrivare dove probabilmente non hanno i mezzi (conquistare una donna ndr) per arrivare, e quindi abusano del potere”.
E ancora, “mi sono stupita della politica, perché tutte le femministe, tutte le donne di sinistra che in questi anni si sono riempite la bocca per difendere le donne” ora tacciono. “Io tranne la mia non ho visto una dichiarazione, e quando l’ho fatta mi è arrivato un messaggio sul telefonino che diceva ‘Attenta, parliamo di consiglieri di Stato’”. E dunque, si chiede polemica la Santanchè, “le femministe dove sono finite? E le donne di sinistra?”. Una cosa è certa, conclude la pasionaria del centrodestra, “se io incontrassi Bellomo finirebbe malilissimo anche se non sono maschio, io glielo faccio mangiare quel decalogo, glielo faccio mangiare perché non esiste”.