A Castelvetrano, patria del boss Messina Denaro, più della metà dei cittadini non paga le tasse. Il 65% della popolazione della città siciliana in provincia di Trapani non ha mai versato le imposte nel quinquennio 2012-2017. Questo è quanto emerge dalle indagini di Salvatore Caccamo, il commissario che detiene le redini del Comune da quando la giunta guidata dall'ex primo cittadino Felice Junior Errante è stata sciolta il 6 giugno scorso dopo diverse polemiche, e persino una "rivolta" del mondo politico.

La patria del boss latitante di Cosa Nostra, Matteo Messina Denaro, è finita così nuovamente nel ciclone mediatico per il comportamento dei suoi cittadini che, nel giro di 5 anni, hanno praticamente "bloccato" il proprio paese, rendendolo povero oltre ogni previsione.

42 milioni di euro mancanti: tutte le cifre e i buchi finanziari

Ammonta a 42 milioni di euro la cifra che manca dalle casse del Comune di Castelvetrano. A tal proposito, è bene evidenziare come, dal 2012 al 2017, questi soldi siano stati sottratti dai bilanci di anno in anno. Innanzitutto, vi sono tre aziende che risultano grandi debitrici della città: Saiseb (impianto di depurazione, 1,7 milioni di euro), Gemmo (illuminazione pubblica, 1,8 milioni di euro) e Trapani Servizi (discarica, 700.000 euro).

A seguire, tutto il denaro mancante riguarda diversi servizi. Il punto fondamentale è che nessun tributo è stato versato e nessuna tassa riscossa: in questo lasso di tempo sono state opportunamente modificate le intestazioni dei lavori a diverse ditte, si è provveduto al cambio di personale o di soci all'interno delle varie società, e così via.

Dallo Stato, inoltre, sono giunti un totale di 32 milioni di euro, più altri soldi per anticipi dei servizi di tesoreria, mutui, debiti e prestiti. In altre parole, ci sarebbe stato tutto l'occorrente per un pareggio di bilancio, qualora si fosse intervenuti in maniera adeguata.

E così i conti, considerando i 42 milioni di euro mancanti dalle casse, tornano.

Ma adesso devono tornare allo Stato e al Comune, per consentire alla macchina amministrativa di Castelvetrano di ricominciare a muoversi. Perché da ultimo - e forse è la cosa più importante - a tutto ciò si aggiungono i favoreggiamenti e le corsie preferenziali verso il boss Matteo Messina Denaro, i suoi parenti ed amici. Esemplare è il caso del "Triscinamare", un albergo eretto su un'area non edificabile grazie a qualche "spintarella" decisiva.