Francesco Bellomo, da pochi giorni espulso dal Consiglio di Stato di cui faceva parte, è divenuto noto alle cronache negli ultimi mesi per aver imposto (secondo le denunce pervenute) alle allieve del suo corso privato di preparazione al concorso in magistratura una sorta di dress code. Una molestia sessuale mascherata, insomma. In pratica, le aspiranti magistrato dovevano indossare tacchi alti o minigonne cortissime per sperare di entrare nelle grazie del potente (ex) consigliere di Stato. Bellomo, comunque, non ci sta ad essere etichettato come un mostro e decide di farsi intervistare da Bruno Vespa nel salotto tv di Porta a Porta.

La sua versione dei fatti contiene delle ‘chicche’ da cineteca.

La versione di Bellomo da Vespa

Il video visibile qui sotto è solo una piccola parte dell’intervista di Bruno Vespa a Francesco Bellomo nella puntata di di Porta a Porta, andata in onda nella serata di ieri, 23 gennaio. La versione integrale è comunque disponibile gratuitamente sul sito Raiplay collegato direttamente al post di Facebook allegato a questo articolo. Il filmato di 1 minuto e 30 secondi circa si apre con Vespa che, di fronte all’immagine delle regole del dress code di Bellomo, elenca stupito le misure del taco e il tipo di scarpe richieste per partecipare ad eventi mondani e convegni. “Senta, questo non è normale in un corso per magistrati, sbotta il decano dei giornalisti televisivi italiani.

Ma Bellomo, impassibile, risponde che tutto ciò avveniva “fuori dai corsi, in luoghi pubblici”. Vespa, imperterrito lo incalza: “Ma lei era un magistrato, abbia pazienza, non le pare un pochino eccessivo?”. Bellomo proprio non ci sente da quell’orecchio. “Il dress code è accettato”, precisa l’ex magistrato amministrativo, “se non lo si vuole accettare si può frequentare lo stesso il corso”.

Le altre ‘chicche’ di Bellomo

Ma l’ex consigliere di Stato è un fiume in piena. Intanto sostiene con fermezza che il suo modo di comportarsi non è stato “inappropriato” e di non essersi assolutamente “comportato in maniera disonorevole”. A sua difesa Francesco Bellomo utilizza l’argomento che gli studenti del suo corso sono quelli che passano il concorso in magistratura in percentuale maggiore.

Insomma, il suo “metodo di insegnamento funziona”. Ma Vespa lo accusa anche di aver costretto i suoi allievi a firmare una sorta di ‘clausola di fidanzamento’, essendo costretti ad intrattenere relazioni amorose solo con persone ritenute da Bellomo con alto quoziente intellettivo. “Io ho sempre scelto di circondarmi delle persone migliori”, ribatte con arroganza l’uomo. Ma l’ex consigliere si tradisce quando, ammettendo di aver intrattenuto diverse relazioni con le sue allieve, dice che “volevano aspirare alla borsa di studio e quindi a un rapporto più stretto con me”. Un assist per quella vecchia volpe di Vespa che ne approfitta per domandargli se si sia mai innamorato di qualcuna di loro. “Non credo di essermi mai innamorato in vita mia, altrimenti sarei sposato”, gli risponde, stavolta imbarazzato, Bellomo.