La convivenza in strada tra i suoi diversi utenti non è mai stata facile. Come sappiamo la strada è di tutti, dal pedone all'autoarticolato, passando dal ciclista all'automobilista. Purtroppo però vengono segnalati abusi importanti che denotano un mancato rispetto sia delle regole del codice della strada, che della convivenza pacifica, sempre più difficile visto l'aumentare del traffico stradale anche fuori dalle città.

Il video di De Marchi in Friuli diventa virale

Il Ciclismo non è solo cronaca sportiva delle grandi vittorie e dello spettacolo offerto dai campioni sulle strade del Giro d'Italia o Tour de France ormai prossimi alla partenza.

E' soprattutto passione quotidiana di migliaia di sportivi appassionati della bicicletta. Come gli amatori anche i campioni si allenano in strada oppure amano farsi una pedalata alla domenica sulla strade di casa. Sabato pomeriggio Alessandro De Marchi, professionista in carica alla BMC, in vista della partenza per la Spagna è uscito per un allenamento sulle strade vicino a casa. Residente in Friuli, in provincia di Udine, era su un tratto nei pressi di Sedegliano. Mentre percorreva la bella e sicura pista ciclabile si è trovato inaspettatamente una lunga fila di macchine.

Dopo lo sconcerto iniziale si è armato del proprio smartphone e ha ripreso tutto, caricando sulla sua pagina personale su facebook, un lungo video di denuncia della situazione.

Sul territorio italiano non sono molte le amministrazioni che investono sulle piste ciclabili, eppure queste possono divenire un vero e proprio calvario per i ciclisti. Auto in sosta, pedoni che le usano per passeggiare, runner che corrono a zig zag creando un pericolo continuo.

Ci vuole rispetto verso tutti, infatti come riporta Il Messaggero, De Marchi dichiara: "Quando vado a correre in Olanda o in Belgio la musica è diversa: ciclabili e strade sono progettate insieme e noi professionisti, per preparare le corse lassù, ci alleniamo abitualmente su chilometri e chilometri di piste ciclabili".

Uno sfogo amaro e triste per De Marchi, impegnato anche in progetti locali di avvicinamento al ciclismo per i più piccoli. Il ciclista In Italia è spesso visto come un bersaglio per insulti e improperi da parte degli automobilisti, e non come una persona da tutelare, anello debole tra gli utenti della strada. Speriamo di vedere presto i cartelli che invitano a superare a 1,5 metri dal ciclista in bicicletta, come in Spagna, Francia e altri Stati europei.