Un ricatto vero e proprio che – nel giro di pochi mesi – aveva distrutto la vita di un 40enne operatore socio sanitario di Mamoiada (che però lavorava nell’ospedale di Nuoro) e che per la disperazione lo scorso luglio si era tolto la vita. L’uomo – che aveva pubblicato su alcuni siti internet di incontri, degli annunci privati – era stato infatti contattato da un sedicente ispettore della Polizia Postale, che l’aveva costretto a sborsare 5 mila euro di “multa” per evitare la denuncia e le eventuali ripercussioni nel suo lavoro di Oss. Una truffa vera e propria - smascherata grazie al lavoro della Procura di Nuoro – che ieri ha firmato 16 ordini di arresto.
A capo della banda ci sarebbe un giovane di origini sarde – Simone Atzori, 39 anni – nome noto alle forze dell’ordine, che è stato arrestato ieri dai Carabinieri insieme al suo presunto socio Francesco Renia, nato a Catania nel 1987. In totale sono 16 le persone arrestate. Due son finite in carcere mentre 14 sono agli arresti domiciliari, oltre che un obbligo di dimora e quattro denunce a piede libero. Per tutti l’accusa è di associazione a delinquere, finalizzata all’estorsione. La banda – secondo l’accusa -riusciva a “guadagnare” anche mille euro al giorno.
Il finto poliziotto
Il gioco era semplice e funzionava alla perfezione. Il finto poliziotto – che si faceva chiamare Marco Gigliotti e aveva anche tanto di matricola “ER432” (tutto falso) – secondo la Procura spiava i profili social delle sue vittime prima di “attaccarle”.
Così come aveva appunto fatto con il 40enne di Mamoiada che – spaventato dal poliziotto che l’aveva scoperto – era stato costretto a sborsare migliaia di euro per mettere tutto a tacere. Perché se la storia fosse andata avanti – assicurava il finto poliziotto – si sarebbe arrivati alla denuncia penale e quindi al processo. Pagando invece non sarebbe accaduto più niente e tutto sarebbe stato cancellato.
Secondo il finto poliziotto infatti la povera vittima – dopo aver pubblicato un annuncio su un sito di appuntamenti on line – avrebbe violato una norma importantissima, che avrebbe fatto scattare la denuncia. Da qui la richiesta di denaro per mettere a tacere tutto.
Il suicidio e la denuncia
La morte improvvisa e inspiegabile del 40enne (l’uomo si era tolto la vita in una piccola casa nella periferia di Mamoiada), aveva da subito insospettito i genitori della vittima che avevano immediatamente presentato denuncia.
Insomma non credevano ad un suicidio voluto e cercato. Per loro qualcosa non era andato per il verso giusto e sicuramente c’era qualcos’altro sotto: da qui le indagini dei Carabinieri della Compagnia di Nuoro, coordinati dal maggiore Graziani, che dopo circa quattro mesi di investigazioni, sono riusciti a far venire a galla la verità.