Sembrava fosse andato tutto per il meglio per il neonato venuto alla luce all'Ospedale Sant'Antonio Abate di Trapani, eppure dopo sole 6 ore dal parto, i parametri vitali del piccolo hanno subito un drastico peggioramento che lo hanno portato alla morte. Secondo quanto riferito dal reparto di Ostetricia e Ginecologia, il decesso sarebbe avvenuto alle ore 8 di mattina.

Al momento della nascita, P.D., queste sono le sue iniziali, stava bene e non aveva manifestato alcuna complicanza medica dovuta al parto. Per questo motivo, l'Azienda Sanitaria Provinciale di Trapani ha annunciato che indagherà su quanto accaduto per scoprire eventuali responsabilità attribuibili all'equipe medica dell'ospedale.

Neonato muore a Trapani per sepsi fulminante

Questa mattina l'equipe medica dell'ospedale Sant'Antonio Abate di Trapani ha annunciato alle ore 8 il decesso di P.D., il neonato partorito dal grembo di T.D. Appena 6 ore prima, i genitori ne avevano festeggiato la nascita, avvenuta con parto naturale. I medici avevano assicurato che il bambino stava bene e che tutti i parametri vitali erano considerati nella norma. Improvvisamente però tutti i valori hanno subito un improvviso cambiamento, divenendo critici a tal punto che neanche la terapia antibiotica somministrata dal dottore neonatologo è riuscita a migliorare la situazione. La patologia diagnosticata a P.D. è la sepsi fulminante, causata dalla presenza di un elevato numero di batteri all'interno del flusso sanguigno.

Visto l'accaduto, il commissario dell'Asp di Trapani ha reso noto che verranno effettuati gli opportuni controlli sulla regolarità dell'attività dei medici, così da escluderne o imputarne la responsabilità dei fatti.

Cos'è la sepsi fulminante

Ciò che ha causato la morte del neonato di Trapani è stata la sepsi fulminate, una patologia molto pericolosa in quanto è causata dalla presenza di batteri nel sangue.

È nota ai più, seppur impropriamente, con il termine setticemia e, se non curata in tempo, può causare gravi conseguenze che possono portare anche alla morte. Tuttavia esistono dei soggetti in cui tale infezione si manifesta con più possibilità, come ad esempio i neonati, gli anziani, chi soffre di diabete, di aids, chi si è sottoposto ad un intervento chirurgico ed infine chi ha riportato gravi ustioni.

I medici possono diagnosticare la malattia esaminando le analisi del sangue, prestando particolare attenzione al livello di globuli bianchi e alla concentrazione più o meno elevata di eventuali marcatori di infezione. Inoltre vi sono alcuni sintomi piuttosto frequenti, come ad esempio i brividi, la febbre molto alta, l'accelerazione del battito cardiaco, il sentirsi disorientati e in stato confusionale ed infine le eruzioni cutanee di diversa tipologia. In caso di sepsi, fulminante e non, il corpo comincerà a mettere in atto un meccanismo di autodifesa innalzando la temperatura corporea, ma, essendo batteri presenti all'interno del sangue, questi sono in grado di danneggiare in breve tempo gli organi e i tessuti periferici.

Nello specifico, la sepsi fulminante può provocare allo shock settico. Per questo motivo, una volta diagnosticata, i medici si affretteranno nell'iniziare un trattamento antibiotico, volto in primis a contenere l'entità dell'infezione e poi a salvare gli organi vitali. Particolarmente pericolosa è la sepsi neonatale, che tende a colpire per lo più nei primi giorni di vita, proprio come è successo a P.D. di Trapani.