Dopo anni di esperimenti e prove scientifiche, finalmente il farmaco, avente come principio attivo la proteina scoperta da rita levi montalcini, sarà messo in produzione così da entrare in commercio in Italia al più presto. Si tratta di un medicinale che dà una nuova speranza a chi soffre di problemi alla vista e che presenta il rischio di diventare cieco. La notizia è stata data lo scorso martedì sulla Gazzetta Ufficiale, dove è stata riportata anche l'autorizzazione da parte dell'AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) con la relativa indicazione del nome con il quale sarà noto.

Con il titolo ''Classificazione del medicinale per uso umano “oxervate”, ai sensi dell’articolo 8, comma 10, della legge 24 dicembre 1993, n. 537'', si è dato dunque il via alla produzione del medicinale, alla cui base vi sono le ricerche di Rita Levi Montalcini.

Oxervate: il farmaco di Rita Levi Montalcini

Presto sarà possibile acquistare nelle farmacie italiane Oxervate, il medicinale basato sui lunghi studi che la neurologa Rita Levi Montalcini ha condotto nell'arco della sua vita. Si tratta dunque di un traguardo medico targato made in Italy, in quanto l'intero processo, dalla scoperta della proteina alla produzione, è stato svolto interamente nel nostro Paese. Nello specifico, il farmaco è stato messo a punto e prodotto per il commercio dal Polo di Ricerca e produzione Dompé de L'Aquila, in Abruzzo.

Per quel che riguarda i costi per ottenere l'Oxervate, risulta impossibile quantificare i quasi 30 anni di ricerca, sperimentazione e commercializzazione, ma si pensa che la somma possa ammontare all'incirca ad un paio di miliardi di euro. Oxervate è già entrato in commercio in Germania, grazie ad una prima filiera costata 250 milioni a Sergio Dompé.

Sulla scia tedesca, anche l'Italia ha deciso di puntare sul farmaco contro la cecità, autorizzandone così l'utilizzo anche nella nostra nazione. Nel frattempo, gli Stati Uniti d'America hanno fatto altrettanto e, data la sua assoluta importanza in campo medico, gli ha dato una corsia preferenziale.

Collirio salva-vista: la svolta contro la cheratite neurotrofica

L'Oxervate, il cui nome commerciale lascia intuire già su cosa potrebbe agire, è un farmaco che darà nuove e fondate speranze a chi soffre di cheratite neurotrofica moderata. Si tratta di una patologia degenerativa che colpisce l'occhio e, nello specifico, la cornea, portando così l'organo sensoriale a perdere gradatamente la capacità visiva. Tutto parte da un danno al nervo trigemino, che porta allo sviluppo di successive lesioni all'epitelio corneale. Se non viene diagnosticata in tempo, la malattia potrebbe generare complicanze ancor più gravi come la necrosi asettica, l'ulcerazione e la perforazione corneale. Sfortunatamente, sono diversi i casi in cui la patologia resta latente per molto tempo, in virtù del fatto che inizialmente non vi sono sintomi evidenti.

La cheratite neutrofica viene classificata come malattia rara, dato che è stata stimata una prevalenza sul territorio europeo stimata in meno di 5 persone su 10.000. Fino a qualche tempo fa, tutti gli approcci medici non erano stati in grado di contrastare l'evolversi della malattia, ma, grazie agli studi della neurologa Rita Levi Montalcini, premio Nobel per la medicina nel 1986, finalmente si è aperto uno spiraglio. L'Oxervate sarà presto disponibile anche in Italia sotto forma di collirio, le cui gocce potranno introdurre nel corpo umano una proteina fondamentale per la conservazione dell'integrità dell'organo visivo. Si tratta della versione ricombinante del cosiddetto ''fattore di crescita nervoso'', noto anche con l'acronimo NGF (nerve growth factor), sostanza già prodotta dal corpo umano, ma che però in alcuni soggetti non risulta sufficiente.

Per questo motivo, il farmaco potrà offrire un maggior sostegno alla proteina, riuscendo così a riparare i danni presenti sulla cornea e a bloccare il processo che potrebbe portare all'irreparabile perdita della vista. A provarne gli effetti sono stati i due studi sperimentali condotti dal Polo di Ricerca e produzione Dompé de L'Aquila: in circa otto settimane, i pazienti che hanno fatto uso dell'Oxervate hanno manifestato una completa guarigione corneale in un numero di casi maggiore rispetto a quelli trattati con placebo.