Jeremiah Valencia, 13 anni, è stato costretto a vivere in una gabbia per cani in plastica, ad indossare pannolini, sottoposto a bruciature e abusi sessuali. Morto per le violenze subite (che gli inquirenti e i medici intervenuti in sede di esame autoptico hanno definito sconvolgenti), è stato poi sepolto in una buca. In manette, con accuse a vario titolo, sono finiti la madre, il compagno di lei e il fratellastro del minore ucciso. I tre sono ora detenuti in un penitenziario di Santa Fe, città teatro del massacro.

Indicibili torture per il 13enne Jeremiah Valencia

Hanno fatto non poca fatica, magistrati e investigatori, a ripercorrere le trame di una vicenda talmente brutale e drammatica da scuotere l'opinione pubblica internazionale. Per concorso nell'omicidio del 13enne Jeremiah Valencia sono stati arrestati sua madre, Tracy Ann Peña (35 anni), il suo fidanzato 42enne, Thomas Wayne Ferguson e il figlio 19enne di quest'ultimo, Jordan Nuñez. Ai tre si contesta un ruolo attivo nell'inferno che ha portato alla morte del minore, torturato sino al decesso e seppellito in una buca poco profonda con addosso ancora uno dei pannolini con cui era costretto a vivere, chiuso in un canile. I fatti si sono svolti in una contea di Santa Fe, Nambé, Nuovo Messico.

Dall'autopsia, i cui ulteriori riscontri dovranno ancora essere comunicati, è emerso che ci sono lesioni da violenza sessuale, segni di ustioni ed ecchimosi in tutto il corpo. Tutti elementi compatibili con un inquietante scenario di abusi e aggressioni reiterate nel tempo.

Il ruolo della madre

Secondo le accuse mosse contro la madre 35enne, avrebbe giocato un ruolo determinante nell'atroce destino di suo figlio.

Gli inquirenti sono certi che abbia rilevanti responsabilità nella morte di Jeremiah Valencia, e una parziale ammissione è arrivata dalla donna al momento dell'arresto. Sembra, infatti, che abbia dichiarato alle autorità di aver aiutato il compagno a spostare il corpo del ragazzino, morto poco prima per le brutali percosse successive a uno stupro.

Il concorso nell'occultamento del cadavere sarebbe avvenuto, a detta della madre, perché il fidanzato l'avrebbe costretta a collaborare nel nasconderlo.

Il corpo del 13enne è stato ritrovato solo dopo il fermo dei tre imputati, grazie alla rivelazione di un detenuto che avrebbe appreso il luogo della sepoltura dalla stessa donna.

La testimonianza della sorella della vittima

La sorella della vittima ha riferito agli investigatori che Nuñez e Ferguson avrebbero lavato il corpo di Jeremiah nella vasca "per ripulire il corpo dal sangue" dopo la mattanza, prima di adagiarlo nella sua cameretta. Proprio lì la madre ha detto di averlo trovato già morto, avvolto in una coperta. Ne sarebbe conseguita la fase di occultamento, anche se molti aspetti restano ancora da chiarire.