I carabinieri di Palermo proseguono senza sosta le loro indagini finalizzate ad identificare gli autori della violenta aggressione subita ieri da Vittorio Brumotti e dalla troupe di Striscia la notizia nel quartiere Zen del capoluogo siciliano. Dopo un fitto lancio di sassi e altri oggetti contundenti da parte di un gruppo di residenti del luogo, gli inviati del tg satirico di Canale 5 sono stati costretti a rifugiarsi nella loro auto blindata, prima colpita da un grosso masso lanciato dai piani alti dei palazzi circostanti e, poi, perforata da quello che con tutta probabilità è un colpo di arma da fuoco.

Un fatto gravissimo, non il primo che coinvolge il coraggioso e spregiudicato brumotti, ma che, oltre a sollevare un’ondata di solidale sdegno, provoca anche delle reazioni negative, come quella di alcune associazioni di volontariato che operano nel difficile quartiere di Palermo, da sempre utilizzato come piazza di spaccio dal clan mafiosi.

La nota di alcune associazioni di Palermo contro Brumotti

Secondo quanto riportato dal quotidiano La Sicilia, alcune organizzazioni di volontariato che operano nel quartiere Zen di Palermo, avrebbero scritto una nota molto dura nei confronti di Vittorio Brumotti e della troupe di Striscia la notizia. Si tratta, scrive il giornale siciliano, delle associazioni Laboratorio Zen Insieme, Batyk Batyk, Lievito e Handala.

Il documento si apre con la constatazione che il fenomeno dello spaccio di droga è una realtà a tutti nota, che si verifica allo Zen come in molte altre periferie disagiate italiane. Questa situazione deve essere sì contrastata da istituzioni e forze dell’ordine, ma bisogna anche, giorno per giorno, impegnandosi direttamente sul campo, “costruire le condizioni” affinché le persone più povere e disagiate non prendano la strada della criminalità e dello spaccio.

‘Non è giornalismo, ma sciacallaggio’

Anche se si dicono dispiaciute per quanto accaduto a Brumotti e ai collaboratori di Striscia la notizia, le associazioni denunciano il rischio che il lavoro di recupero quotidiano, portato avanti con la collaborazione della “gente del quartiere”, venga messo “nell’ombra”. Insomma, secondo gli autori della nota, non può essere definito “giornalismo, ma sciacallaggio” il fatto di “mostrare gli effetti del disagio sociale, senza indagarne le cause”.

Un “sensazionalismo” non richiesto sullo Zen che verrà pagato solo dalla comunità locale.

Gli spacciatori odiano le telecamere: ‘Non è una notizia’

Per rafforzare il loro ragionamento, i rappresentanti delle associazioni di Palermo ricordano come sia cosa nota in tutto il mondo che “gli spacciatori non gradiscano che qualcuno punti loro la telecamera addosso”. Di conseguenza, i servizi firmati da Brumotti in giro per l’Italia sull’emergenza spaccio non sono da considerarsi una “notizia”. Per concludere, il dubbio che li indigna è che quella messa in piedi da Striscia la notizia sia soltanto una “operazione per far salire lo share” e una “speculazione sulla pelle della gente dello Zen”.